LECCO – 80 incisioni tra acqueforti e acquetinte, tutte realizzate tra il 1796 e il 1798 e in cui ad avanzare è l’irrazionale, il male, la paura. Pensieri stravaganti, scene grottesche, inganni e pregiudizi per la prima volta rappresentati attraverso la tecnica incisoria da uno dei maggiori artisti spagnoli: Francisco José de Goya y Lucientes. Si tratta de I Capricci, celebre serie firmata dal pittore e incisore iberico che dall’11 febbraio al 5 aprile 2017 sarà visionabile nella Galleria Bellinzona di Lecco. Un omaggio a Goya che la storica galleria, oggi sita in via Visconti 12, ha già proposto alla città nel corso degli anni, risultato di un consolidato legame tra Oreste Bellinzona e alcuni storici fiancheggiatori e collezionisti, che negli anni hanno messo a disposizione opere, competenze specifiche e risorse economiche.
E così, a distanza di diciassette anni dalla mostra allestita alla Torre Viscontea, I Capricci tornano a essere protagonisti di una nuova esposizione: un percorso che di incisione in incisione narrerà la Spagna del tempo e metterà a nudo vizi, bassezze, aberrazioni e superstizioni. Una denuncia di brutalità, quella fatta da Goya: un tentativo di renderla evidente e di promuoverne una successiva sconfitta. Raffigurazioni di fantasia, satira pungente e una lucida descrizione dei mali, dei pregiudizi, degli inganni della società spagnola della seconda metà del Settecento scorrono, come detto, di opera in opera, di capriccio in capriccio, senza una linea consequenziale precisa, tanti frammenti di un’unica critica sociale, di una grande satira di natura politica, clericale ed erotica.
«Il mondo – scrive Mauro Corradini nel catalogo della mostra – viene definito attraverso una serie di contraddizioni, attraverso una serie di elementi negativi: domina (ma è anch’esso figlio dell’epoca che sta a cavallo tra ragione e sentimento) un senso negativo della realtà umana: in questa condanna di sapore biblico, poco o nulla si salva. Soprattutto è il contesto storico a subire un’interpretazione negativa: Goya non ritiene possibile una lettura in positivo della realtà». Religione, amore, fede nella giustizia o nella politica, conoscenze comuni: tutto viene investito dalla carica polemica dell’artista e tutto vacilla.
Àncora di salvezza per l’uomo, forse, la ragione, che non deve dormire e lasciare spazio a incubi, mostri e personaggi inquietanti – esattamente come avviene in quello che probabilmente è il capriccio più noto, Il sonno della ragione genera mostri – bensì essere pronta e vigile.
INFORMAZIONI – Dall’11 febbraio (inaugurazione sabato 11 febbraio alle 11.30) al 5 aprile 2017 – Galleria Bellinzona, Lecco – Via A. Visconti 12. Orari: da martedì a sabato dalle 14.30 alle 19; sabato e domenica dalle 9 alle 12.30 (altri orari su appuntamento). L’ingresso è libero. Info: www.galleriabellinzona.com.