Dal 13 giugno al 2 novembre 2025, le sale del Palazzo delle Paure di Lecco ospitano la mostra “Antonio Ligabue e l’arte degli outsider”.
LECCO – Una mostra che indaga il rapporto tra arte e follia attraverso le opere di Antonio Ligabue e di altri maestri che hanno conosciuto il manicomio o le cui ricerche hanno seguito percorsi fuori dagli schemi. Apre il 13 giugno 2025 la mostra Antonio Ligabue e l’arte degli outsider, visitabile fino al 2 novembre nelle sale del Palazzo delle Paure, in piazza XX Settembre: un percorso articolato intorno alla figura di Antonio Ligabue, accanto a quella di altri artisti italiani del Novecento che, in modi diversi, hanno sviluppato percorsi espressivi lontani dai canoni accademici.
Una rassegna curata da Simona Bartolena e realizzata da ViDi cultural e Ponte43, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Sistema Museale Urbano Lecchese, composta da 14 opere di Antonio Ligabue e una quarantina di lavori di artisti quali Filippo de Pisis, Carlo Zinelli, Gino Sandri, Pietro Ghizzardi, Edoardo Fraquelli, Mario Puccini, Rino Ferrari e altri. Si tratta di una selezione che non intende semplicemente illustrare una categoria estetica, ma piuttosto mettere in luce le biografie e i linguaggi di artisti “al margine”, la cui esperienza personale ha influenzato in modo decisivo la loro produzione.
Il contesto e i protagonisti
La mostra si apre con un’installazione di Giovanni Sesia, artista contemporaneo noto per la sua ricerca sul tema dell’internamento psichiatrico. Attraverso fotografie d’archivio e interventi pittorici, Sesia restituisce una riflessione visiva sulla memoria e sull’identità degli internati nei manicomi italiani del primo Novecento.
Il cuore dell’esposizione è rappresentato da Antonio Ligabue, nato a Zurigo nel 1899 e scomparso a Gualtieri nel 1965. La sua vita, segnata da numerosi ricoveri presso istituzioni psichiatriche e da una marginalità sociale persistente, si riflette in un’opera pittorica intensamente espressiva. Tra le opere in mostra a Lecco si trovano alcune delle sue tele più iconiche, come Giaguaro con gazzella e serpente (1948), Leonessa con zebra (1959–60), Volpe in fuga (1957–58), e Ritorno dai campi con castello (1955–57), provenienti da collezioni private e dalla Corporate Collection La Galleria BPER Banca. Presenti anche i celebri autoritratti, tra cui Autoritratto con grata (1957) e due opere inedite: Autoritratto con libellula e Pascolo.
A fianco di Ligabue, la mostra esplora anche la figura di Filippo de Pisis (1896–1956), artista e poeta la cui sensibilità lo portò a sperimentare crisi profonde. Dopo un periodo trascorso in Francia e in Inghilterra, de Pisis visse gli ultimi anni della sua vita nella clinica psichiatrica di Villa Fiorita a Brugherio. Le opere esposte, realizzate in questo periodo, come le sue Nature morte e lo scorcio di Brugherio, esprimono un’intensità emotiva palpabile: pennellate rapide, contorni marcati, colori puri su fondi non finiti che comunicano un senso di vuoto esistenziale.
Le altre voci dell’outsider art
Tra gli altri artisti presenti, spicca Mario Puccini (1869–1920), soprannominato “il Van Gogh livornese” per la sua pittura intensa e tormentata. Ricoverato nel manicomio di Siena nel 1894, ne uscì con una nuova consapevolezza artistica. I suoi paesaggi e le sue marine, pur nella ripetitività dei temi, sono caratterizzati da un uso espressivo del colore e da una forza emotiva inconfondibile.
Di particolare rilievo anche Gino Sandri (1892–1959), la cui vita fu profondamente segnata da ripetuti internamenti in diversi istituti psichiatrici. Sandri, noto anche come scrittore e illustratore, ha lasciato numerosi disegni che ritraggono gli altri internati: opere stilisticamente raffinate, in cui il tratto sicuro e la delicatezza dell’osservazione raccontano un’umanità fragile ma viva.
Rino Ferrari, internato dopo i traumi della campagna di Cefalonia, inizia a disegnare sotto la guida di un medico. Nella serie Agonia, cerca di rappresentare il momento di passaggio tra la vita e la morte, accompagnando i moribondi con il suo sguardo artistico.
Carlo Zinelli (1916–1974), autore che ha ottenuto riconoscimenti anche in ambito internazionale, ha trovato nell’arte un modo di comunicazione fondamentale durante la sua lunga permanenza in manicomio. I suoi lavori, supportati dal lavoro dello psichiatra Vittorino Andreoli, mostrano influenze inconsapevoli di arte primitiva, maschere, simboli e ripetizioni figurative.
Completano la rassegna due approfondimenti dedicati a Pietro Ghizzardi (1906–1986), artista autodidatta della Bassa padana che predilige i ritratti femminili dalle tonalità grigie e terrose, e a Edoardo Fraquelli (1933–1995), autore lariano che, dopo un periodo di silenzio dovuto all’instabilità psichica, tornò alla pittura grazie all’appoggio di due collezionisti. Le sue tele si distinguono per l’equilibrio tra intensità cromatica e rigore compositivo.
INFORMAZIONI – La mostra sarà visitabile secondo i seguenti orari: martedì dalle 10:00 alle 14:00, da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18, lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima dell’orario di chiusura.
Biglietti: Intero: €12, Ridotto: €8, Ridotto bambini e scuole: €5, Cumulativo (mostra + collezione permanente): €15
Per ulteriori informazioni: Tel. 0341 286729, palazzopaure@comune.lecco.it, www.vidicultural.com