LECCO – Ci sono i silenzi e le atmosfere rarefatte di paesaggi e architetture dell’Italia e dell’Europa meridionale e mediterranea. C’è il Mare Nostrum, presenza costante. C’è la ricerca di una sacralità diffusa, silenziosamente presente nei luoghi della contemporaneità e da rintracciare in forme, luoghi e oggetti nuovi, in piccoli dettagli che celano misticismo. Gli scatti di Davide Pagliarini, architetto e fotografo, come suggerisce il titolo della mostra allestita alla Torre Viscontea di Lecco raccontano il Mediterraneo sacro, rintracciano il sacro nei luoghi in cui, oggi, si manifesta, costruiscono un mosaico a partire da indizi. In programma dal 21 giugno (inaugurazione alle 18.30) al 28 luglio 2019, l’esposizione rappresenta l’evento collaterale della terza edizione di Agorà del Mediterraneo, l’iniziativa promossa dall’Associazione Centro Orientamento Educativo sotto la direzione scientifica della giornalista Chiara Zappa e che sabato 29 e domenica 30 giugno 2019 porta nella sede del Coe di Barzio due giornate di studio intorno al Mare di Mezzo. Un evento, l’Agorà, di cui Il Flâneur è media partner e che per questa edizione può contare sulla presenza di ospiti di prestigio, dalla giornalista bosniaca Azra Nuhefendić alla giornalista e scrittrice italo-siriana Susan Dabbous, dal regista afghano Amin Wahidi al giornalista libico Farid Adly.
E ad arricchire ulteriormente il programma c’è, come anticipato, questa mostra lecchese: una ventina di scatti realizzati da Pagliarini nel corso di un ventennio e confluite nel libro Sulle tracce di Pan (Librìa, 2019), ora selezionate per raccontare, in forma espositiva, una ricerca in cui il Mediterraneo è sempre e comunque percepibile, persino tra i sedimenti della pianura padana, un tempo sommersa dalle acque marine plioceniche, o lungo i versanti calcarei dolomitici, fondali dell’antica Tetide sollevati dall’orogenesi mesozoica.
Un viaggio che prende le mosse dall’Italia, baricentro e luogo di formazione, e che poi si estende ad altri paesi dell’Europa meridionale quali la Francia, il Portogallo, la Spagna e la Grecia. «Oltre a un orizzonte fisico, l’Europa meridionale e mediterranea – si legge nella presentazione della mostra – definisce un orizzonte culturale: entro i suoi confini sono sorte le società matriarcali legate al culto della Dea Madre, si sono cristallizzate le narrazioni mitiche della classicità greca e romana, si sono formati il pensiero filosofico e la dialettica tra mythos e logos, si sono diffuse le religioni monoteiste occidentali, scaturite dal pensiero di eremiti e profeti, si è consumata la dimensione della tragedia, sono sorte la consapevolezza della distinzione tra fato e destino e la pratica del viaggio come penitenza o come forma di conoscenza di sé ed esplorazione di terrae incognitae».
Territori laici per nascita, rovine, boschi, fabbricati anonimi e costruzioni disegnate da celebri architetti moderni: ecco scorrere in mostra paesaggi ora violenti e rigogliosi, fragili e perduti, reliquie solenni e silenziose sopravvissute al consumo di una società che poco si cura della dimensione misterica e irrazionale che per millenni ha contraddistinto la natura umana. Un’esplorazione fotografica, ancora, in cui l’autore rintraccia indizi di sacralità anche dove il sacro non c’è mai stato o non ci si aspetta di incontrarlo: «in un tempo presente in cui molti parlano di secolarizzazione, oggi che la laicizzazione ha prosciugato i luoghi dalla loro dimensione sacrale diffusa, queste fotografie – si legge ancora – dichiarano coraggiosamente che il sacro abita ovunque. Dispiegandosi tanto in luoghi incorrotti, di cui il racconto mitico ci ha consegnato un’immagine leggendaria, quanto residuali e contaminati dall’inarrestabile rumore di fondo della civilizzazione, questo viaggio fotografico va alla ricerca dei simboli che sopravvivono alla conclamata scomparsa di un essere umano dedito al culto del divino immanente nei luoghi».
L’AUTORE – Architetto e fotografo, Davide Pagliarini è direttore scientifico della rivista di architettura e paesaggio “Ark”. Dopo la laurea presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano – dove tra il 2008 e il 2011 insegna progettazione architettonica – a metà anni Novanta inizia a fotografare, compiendo ricerche nei paesi dell’Europa e del Mediterraneo orientate da un interesse per l’ambiente e i territori in trasformazione. Nel 2002 fonda “new landscapes”, un progetto di ricerca multidisciplinare che indaga la relazione tra uomo e ambiente nel paesaggio contemporaneo.
INFORMAZIONI – Dal 21 giugno al 28 luglio 2019, inaugurazione venerdì 21 giugno alle 18.30 | Torre Viscontea, Lecco. Ingresso libero. Orari: il martedì e il mercoledì dalle 9:30 alle 14, da giovedì a domenica dalle 15 alle 18.