ARCHIVIO – In mostra nello showroom di Aramara gli “Sciatori” di Pietro Sala

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aramara1LECCO – Una quindicina di scatti firmati da Pietro Sala, esposti sino al 31 gennaio 2015 nello showroom Aramara di Lecco, in via fratelli Cairoli 56. Un corpus di opere, quello in mostra, che appartiene alla nota serie Sciatori, realizzata con l’intento di rappresentare la montagna, le nevi di Bormio, gli sciatori in modo innovativo. Nato a Lecco nel ’46, Pietro Sala ha condotto studi e corriera distanti dal mondo della fotografia, pur coltivando sin dalla giovane età un interesse profondo verso questo medium. Una passione che l’ha portato a scattare inizialmente a livello amatoriale, per poi dedicarsi con sempre maggiore intensità all’argomento e alla ricerca personale, ottenendo importanti riconoscimenti anche con la serie Sciatori: è infatti l’ottobre del 2011 quando la prestigiosa rivista francese Le journal de la photographie la seleziona per il Portfolio du week end.

aramara2E così le pareti del negozio lecchese, intenzionato a proporre alla città numerose iniziative dedicate proprio al mondo della fotografia, si anima con quel «pulviscolo di segni e di colori», come lo definisce l’amico e autorevole fotografo Luigi Erba: numerose, minuscole e leggere figure di sciatori che, come in una sorta di sogno, paiono sospese nel vuoto, private da una connotazione spazio-temporale, libere.

Sì, perché proprio come spiega Erba, le fotografie firmate dal lecchese Sala «sono un luogo libero della mente, nel parametro dell’artificiale totale, lontano dal pittoricismo e dalla materia della pittura, ma con un prevalente valore segnico. Un puzzle – prosegue – con un fascino visivo, ma soprattutto un gioco di mente, di memoria, quasi un collage che potrebbe essere stato realizzato anche con colla, forbici, come sull’albo delle figurine, in uno spazio inventato dove la pagina è di neve o d’aria. O forse come Matisse, che smise i pennelli per usare le forbici e comporre».

aramara3Un lavoro nato dal mezzo tecnologico e poi come trasformato mediante la sovraesposizione e la scontornatura: «vedo e compongo l’immagine nel visore – spiega lo stesso artista – Tolgo i riferimenti di spazio e di tempo, perfeziono poi in sede di post-produzione. Scatto – prosegue – sovraesponendo molto, con un fuoco non precisissimo, ed uso una focale lunga che appiattisce e comprime le immagini». Fotografie, le sue, in cui predomina il bianco e su cui si muovono «le micro cellule del colore – conclude Erba – le vere protagoniste in quanto scrivono l’impatto visivo dell’oggi, di una linea fashion che si legge sui campi da sci».

 

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