ARCHIVIO – Klimt a Milano: in mostra l’evoluzione artistica del maestro secessionista

0
Gustav Klimt, Salomè, 1909, Olio su tela, cm 178 x 46, Venezia, Ca’ Pesaro, Galleria Internazionaled’Arte Moderna

Gustav Klimt, Salomè, 1909, Olio su tela, cm 178 x 46, Venezia, Ca’ Pesaro, Galleria Internazionaled’Arte Moderna

Venti oli firmati dal maggiore esponente della Secessione Viennese: Gustav Klimt. C’è tempo fino al 13 di luglio per visitare la mostra “Klimt. Alle origini di un mito”, allestita a Palazzo Reale grazie alla collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna. Curata da Alfred Weidinger, studioso di Klimt nonché  vice direttore del Belvedere, l’esposizione ha come obiettivo quello di indagare i rapporti familiari e affettivi di Klimt, esplorando gli inizi della sua carriera alla Scuola di Arti Applicate di Vienna e la sua passione per le produzioni culturali, dal teatro alla musica. In mostra accanto alle opere del Belvedere, anche capolavori provenienti da altri musei, tra cui segnaliamo Adamo ed Eva, Salomè, Girasole e Acqua in movimento.

LA MOSTRA – «Le opere in mostra – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno – illustrano compiutamente le diverse fasi della vita di Klimt e, accompagnate da una ricca documentazione, ricostruiscono il contesto di formazione della personalità dell’artista fin dalle sue prime esperienze giovanili», dalla formazione presso la Kunstgewerbeschule viennese agli inizi come decoratore dei monumentali edifici di rappresentanza lungo la famosa Ringstraße della capitale austriaca. Ad aprile la mostra ci pensa il contesto familiare: accanto a opere realizzate dai fratelli Ernst e Georg sono esposti i ritratti giovanili fatti da Gustav a membri della sua famiglia, accompagnati da fotografie originali lasciate dallo stesso artista. La seconda parte della mostra è dedicata all’apprendistato dei fratelli Klimt alla Scuola d’Arte Viennese, quando diedero forma alla cosiddetta Künstler-Compagnie (Compagnia degli Artisti): le opere esposte illustrano, quindi, la formazione di Klimt come pittore storicista e il suo rapporto con l’arte di Hans Makart.

Dopo la pioggia, 1898. Olio su tela, cm 80 x 40 - Vienna, Belvedere

Dopo la pioggia, 1898. Olio su tela, cm 80 x 40 – Vienna, Belvedere

L’esposizione prosegue, poi, con la fase di crisi dovuta allo scioglimento della Compagnia degli Artisti e alla successiva fondazione della Secessione: le opere in mostra testimoniano, a questo punto, il rifiuto della tradizione storicistica e l’inevitabile passaggio all’avanguardia internazionale, quella che in altri paesi europei si sta sviluppando con i nomi di Modernismo in Spagna, Art Nouveau in Francia, Liberty in Italia o Jugendstil in Germania. Due sale saranno quindi dedicate al ritratto e al paesaggio, generi prediletti da Klimt dalla nascita della Secessione: tre i ritratti femminili  (Signora davanti al caminetto e due Ritratto femminile, eseguiti tra il 1894 e il 1898) che puntano l’attenzione sul primo dei due temi, mentre per il paesaggio sono esposti Dopo la pioggia e Mucche nella stalla, affiancati da una panoramica sul paesaggismo austriaco del tempo. A chiudere la mostra ci pensano, infine, due opere simboliste, sempre firmate dal genio viennese: si tratta di Fuochi fatui e La famiglia.

Girasole, 1907. Olio e pittura d’oro su tela, cm 110 x 110 Vienna, Belvedere

Girasole, 1907. Olio e pittura d’oro su tela, cm 110 x 110
Vienna, Belvedere

INFORMAZIONI TECNICHE

Fino al 13 luglio, Palazzo Reale – Milano

Enti promotori: La mostra è promossa dal Comune di Milano e organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group.

Biglietti: intero 11 euro, ridotto 9,50 euro

Orari: lunedì dalle 14.30 alle 19.30; martedì, mercoledì e domenica dalle 9.30 alle 19.30; giovedì, venerdì e sabato dalle 9.30 alle 22.30

Per info: www.klimtmilano.it

Share.

L'autore di questo articolo

Valentina Sala

È la “flâneuse” che non smette mai di flaneggiare (?): in continuo vagabondaggio tra luoghi (certo) e soprattutto nuovi progetti da realizzare, dirige il giornale in modo non proprio autoritario (!). Ideatrice e cofondatrice de Il Flâneur, non si accontenta di un solo lavoro. Giornalista, ufficio stampa culturale, insegnante di Comunicazione, indossa l’uno o l’altro cappello a seconda delle situazioni. Laureata in Editoria con il massimo dei voti, ama approfondire il rapporto tra città e letterati (sua, infatti, la tesi sulla Parigi di Émile Zola e la Vienna di Joseph Roth), i romanzi che raccontano un’epoca, i film di François Truffaut, le grandi città e, naturalmente, il viaggio flaneggiante, specie se a zonzo per le strade d’Europa. Per contattarla: valentina.sala@ilflaneur.com