MALGRATE – Battito accelerato, sudorazione, rigidità muscolare: quale sportivo non li ha mai provati prima di una competizione importante? Sono le classiche manifestazioni fisiologiche dell’ansia pre-gara, che spesso rischiano di compromettere la performance sportiva di un atleta, di ogni età e livello. Proprio questo fenomeno è stato al centro dell’incontro che si è svolto nella serata di giovedì 1 ottobre presso la Quadreria di Malgrate e che ha visto la dott.ssa Maria Chiara Crippa indagare diversi aspetti di questo temuto stato d’animo. Dall’origine dell’ansia pre-gara alle sue manifestazioni, fino agli strumenti per imparare a gestirla in modo ottimale: ecco i temi trattati dalla psicologa dello sport durante l’incontro organizzato dal Coni Point di Lecco e inserito all’interno della mostra-evento 100 anni di Coni – 100 anni di sport nella provincia di Lecco, che si è conclusa domenica 4 ottobre e di cui Il Flâneur (media partner dell’iniziativa) continuerà a parlare, dedicando spazio alla storia delle federazioni sportive lecchesi.
Davanti a circa sessanta presenti tra atleti e allenatori, la psicologa ha quindi trattato uno dei fenomeni che preoccupano di più gli sportivi in un incontro che ha visto l’esperta dialogare costantemente con un pubblico composto in larga parte da giovani, molto interessati e incuriositi dalle sue parole.
«Prima di tutto – ha spiegato Crippa – bisogna sottolineare come l’ansia non sia un qualcosa di oggettivo, bensì uno stato d’animo soggettivo, differente per ogni persona. Non è vero – ha aggiunto – che se una persona è agitata avrà una performance scadente. Un’agitazione controllata è anzi positiva, in quanto significa che il nostro corpo si sta attivando per la gara. Non bisogna stare a sentire chi afferma che chi si agita non sarà mai un buon atleta». Qualcosa di soggettivo, quindi, e che non ha a che fare con l’esperienza agonistica del singolo atleta: «non è detto – ha infatti aggiunto – che l’ansia passi con il tempo e con il numero di gare effettuate».
Diverse, poi, le cause e le manifestazioni fisiologiche e psicologiche dello stress pre-gara che la dottoressa Crippa ha descritto, sottolineando sempre come l’ansia non sia obbligatoriamente qualcosa di negativo, ma, se controllata, di necessario per attivare il proprio corpo. «Il punto sta – ha affermato– nel trovare il livello di attivazione giusto per ognuno: l’atleta non dovrà né lasciarsi bloccare da un’ansia eccessiva, né presentarsi alla competizione troppo rilassato».
Ma quali sono i metodi per riuscire a controllare questo stato d’animo? «Prima di tutto – ha affermato Crippa – bisogna averne la consapevolezza, riuscire a capire quello che sta accadendo e se si ripete più volte nel tempo. Poi è necessario trasformare i pensieri negativi in pensieri positivi. Prima della gara è controproducente dirsi “non devo sbagliare!”; meglio caricarsi con un “farò bene!”. Non più “non agitarti!”, ma “stai tranquillo!”». Questo perché, stando alle parole della psicologa, il pensiero negativo obbliga le persone a visualizzare l’immagine di ciò che si vuole evitare: una brutta prestazione, una sconfitta, agitazione. E ancora la respirazione diaframmatica, che permette di abbassare la frequenza cardiaca durante i momenti di stress, e infine un’ultima e utile strategia, «quella di crearsi – ha concluso – dei rituali pre-gara ad hoc, che permettano di diminuire l’ansia e aumentare la concentrazione».