Cinquanta stelle dell’alpinismo mondiale raccontate dal lecchese Giorgio Spreafico. In libreria “Il richiamo della Grigna”

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LECCO – Cinquanta stelle dell’alpinismo mondiale, intervistate e raccontate dal giornalista e scrittore lecchese Giorgio Spreafico nel nuovo libro pubblicato da Teka Edizioni: Il richiamo della Grigna. Un richiamo, questo, sentito da tutto un parterre de roi di esperti di scalate, che negli anni hanno fatto tappa proprio in città, conosciuto da vicino le sue cime, vissuto aneddoti che oggi Spreafico raccoglie in questo nuovo volume: un lavoro che incrocia le storie di grandi protagonisti dell’alpinismo, sempre dal punto di osservazione delle pareti lecchesi.

Già autore di numerosi libri dedicati sempre al tema della montagna, nelle circa 330 pagine di quest’ultima fatica Spreafico dà voce, quindi, a fuoriclasse di quattordici Paesi diversi, tutti incontrati proprio al loro approdo a Lecco: trionfi e sconfitte, sogni e idee, rivalità e polemiche, drammi e rimpianti per i compagni perduti si susseguono di capitolo in capitolo, arricchiti da aneddoti e retroscena, approfondimenti, confidenze.

Ne emerge, come spiegano dalla casa editrice lecchese, «un palpitante incontro ravvicinato con la grande avventura dei cacciatori di emozioni nel regno della bellezza. Un libro che rilegge, in modo originale e accattivante tanto per gli esperti di scalate quanto per i semplici appassionati delle vette, le stagioni che dagli anni Ottanta del Novecento a oggi hanno lasciato tracce indelebili dalle Alpi alla Patagonia, dalla California all’Alaska, dalle falesie alle vallate più sperdute, fino agli Ottomila himalayani». Il libro, infine, pubblicato con il contributo di numerose realtà legate all’alpinismo: CAMP, CASSIN, DF Sport Specialist, Rock Experience, gruppo alpinistico Gamma e Uoei Lecco.

I PROTAGONISTI DEL VOLUME – Le pagine del libro fanno rivivere – insieme alla nepalese Pemba Doma Sherpa – figure quali il polacco Jerzy Kukuczka, il tedesco Kurt Albert, l’americano Jim Bridwell, i francesi Pierre Béghin, Jean-Christophe Lafaille e Patrick Bérhault, gli svizzeri Erhard Loretan e Ueli Steck, gli sloveni Tomaž Humar, Davo Karničar e Pavle Kozjek. E ancora, di capitolo in capitolo, il polacco Krzysztof Wielicki; gli statunitensi Chris Sharma, Colin Haley, Steph Davis e Steve House; il giapponese Yuji Hirayama; il russo Valery Babanov; i transalpini Christophe Dumarest, Christophe Moulin, Alain Robert, Lionel Daudet, Stephanie Bodet e Arnaud Petit; l’elvetico Stephan Siegrist; gli austriaci Kurt Diemberger e Gerlinde Kaltenbrunner; gli sloveni Marija e Andrej Štremfelj, Silvo Karo e Marko Prezelj; gli inglesi Ben Heason, Steve McClure, Ian Parnell, Andy Cave, Mick Fowler, Ron Fawcett, Tim Emmett e Leo Houlding; i tedeschi Alexander Huber, Stefan Glowacz, Robert Jasper e Ines Papert; gli spagnoli Alberto Iñurrategi, Alex Txikon, Josune Bereziartu e Silvia Vidal; l’argentino Carlos Comesaña e lo slovacco Igor Koller.

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