Eleonora Mazzoni a Lecco: “Gli ipocriti”, ossia «coloro che si auto-ingannano»

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di Lucrezia Lozza

LECCO – Senza conoscere trama o autore e prima di leggere la quarta di copertina, un libro parla di sé attraverso la copertina e il titolo. Il nuovo lavoro di Eleonora Mazzoni si intitola Gli ipocriti e Chiarelettere sceglie come copertina una fotografia di tre paia di scarpe diverse, messe in fila con un ordine preciso, forse un po’ troppo ricercato, in un’atmosfera quasi asettica: un’immagine di sottile inquietudine e ostentata apparenza che apre al tema del libro. Un libro di cui l’attrice e scrittrice Eleonora Mazzoni ha parlato sabato 21 novembre, ospite presso la Libreria Volante di Lecco per svelare alcuni dei temi principali della trama.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA«Il titolo è secco, diretto e ha un’assonanza con il mio precedente libro, Le difettose» (pubblicato da Einaudi nel 2012), dice l’autrice. Anche qui il testo traccia un ritratto di una parte di umanità. Gli ipocriti del libro sono persone che si sono perse per strada, ma «l’ipocrisia – prosegue Mazzoni – non è quella banale, immediata del voler sembrare quello che non si è. I personaggi del libro sono ipocriti prima di tutto verso se stessi nell’auto-ingannarsi, credendo di essere quello che in realtà non sono».

Protagonisti la quindicenne Manu e i suoi genitori, appartenenti a un gruppo di stretta osservanza cattolica. In una continua oscillazione tra vita pubblica inoppugnabile (il padre è un noto produttore cinematografico, un personaggio pubblico abituato a presentare al mondo un’immagine rispettabile di sé) e una vita privata segreta, Manu scopre qualcosa che mette in crisi tutte le sue certezze e porta alla luce i segreti dei suoi genitori. Da questo primo svelamento prende il via la storia: Manu comincia a spiare gli altri – a sua volta è spiata dai genitori che leggono il suo diario – e scopre aspetti di sé diversi da quella che credeva essere la sua identità.

Come ne Le difettose, Eleonora Mazzoni sceglie una protagonista in un’età di passaggio: nel precedente libro era una donna sulla quarantina in cerca di un figlio, qui la quindicenne Manu pervasa da un senso di inadeguatezza, di costante domanda. Adolescenza, famiglia e religione sono i temi che si intrecciano nel libro, amalgamati da un’atmosfera di ipocrisia: Manu è un’adolescente piena di domande e insicurezze, che vive in una famiglia afasica – dove si parla, ma non si dice quello che si vorrebbe dire – e ipercattolica, condizionata dall’ansia di appartenere a un gruppo ed esserne accettata, nella costante paura di non essere all’altezza del modello proposto, del codice di comportamento che marca le persone dentro e fuori e che critica chi è diverso o non si adegua ai dettami del gruppo.

Gli ipocriti di Eleonora Mazzoni sono degli auto-ingannati. Quando Manu comincia a scoprire che la realtà non è quella che credeva, tutte le certezze cominciano a sgretolarsi e ciò che i protagonisti volevano nascondere agli altri e soprattutto a se stessi comincia a non essere più controllabile.

Lucrezia Lozza

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