«Tirar su una casa. Scegliere le tegole del tetto e il mattonato del pavimento. Immaginare facciate, logge, scale, prospettive, giardini. Per quanto ne sapevo, una donna non l’aveva mai fatto».
E a farlo per prima nella sua epoca è Plautilla Bricci, oggi figura protagonista de L’architettrice di Melania G. Mazzucco. Un romanzo edito da Einaudi e che ricostruisce la vicenda della disegnatrice, pittrice e, appunto, architetta vissuta nella Roma del Seicento: una donna che ha saputo non far parlare di sé e, contemporaneamente, raggiungere il suo obiettivo, quello di disegnare, progettare ed eseguire una villa di delizie sul colle che domina Roma. Un libro, L’architettrice, che insieme a Prima di noi di Giorgio Fontana (Sellerio) e a Di guerra e di noi di Marcello Dòmini (Marsilio) era tra i tre finalisti del Premio Letterario Manzoni – Città di Lecco al Romanzo Storico 2021 e che sabato 17 aprile, durante l’evento conclusivo, si è aggiudicato il primo posto.
Un romanzo che porta nel cuore del secolo del Barocco, insieme bigotto e libertino, torbido e splendente, tra fasti e intrighi della Roma dei papi. È qui che la figlia del pittore, musicista e poeta di scarsa fama Giovanni Briccio inizia a muovere i primi passi nel mondo dell’arte. Lui, genio plebeo ignorato dalla corte, tramanda a una giovanissima Plautilla la voglia di guadare oltre l’orizzonte, l’amore per la pittura e l’architettura. Un mondo che, però, inizialmente appare anche a lei precluso, dominato com’è da grandi artisti uomini, primo tra tutti il Bernini.
Poi, a cambiare le sorti della donna, un incontro con un personaggio importante: quell’Elpidio Benedetti divenuto agente in Roma del noto cardinale Giulio Mazzarino. Plautilla, «con la complicità di questo insolito compagno di viaggio, diventerà – si legge nella presentazione del romanzo – molto più di ciò che il padre aveva osato immaginare»: l’unica donna italiana della sua epoca a cui verranno attribuite delle realizzazioni architettoniche.
Un libro che è un ritratto di una donna fuori dal comune e con il quale la scrittrice romana torna alle sue passioni di sempre: l’arte e il romanzo storico.