“Partigiani Migranti”, i Luf cantano la Resistenza con una nuova canzone sulle sorelle Villa. Il racconto del concerto

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canossiLECCO – Una serata all’insegna della musica che sa divertire ma allo stesso tempo raccontare storie e far riflettere chi sta ad ascoltare: è quanto accaduto nella serata di venerdì 21 aprile con il concerto dei Luf e le letture partigiane a cura di Teatro Invito, spettacolo che si è svolto presso l’auditorium intitolato poche ore prima alle quattro sorelle Villa, protagoniste femminili di primo piano nella resistenza lecchese.

Per l’occasione il gruppo folk capitanato da Dario Canossi ha imbastito uno spettacolo incentrato principalmente su canzoni dedicate alla Resistenza e ai migranti, tematica già alla base dell’ultimo lavoro della band intitolato Delaltèr. Verso un altro altrove. Il disco, pubblicato lo scorso anno, è un concept-album dedicato a tutti coloro che per un motivo o per l’altro sono costretti a viaggiare “dall’altra parte”, fuggendo da guerre o altre situazioni difficili. Un disco vero, reale, che parla senza sconti dell’attualità che ci circonda mantenendo comunque suoni e ritmi divertenti, tipici dello stile folk che da sempre caratterizza il sound dei Luf. Tra i brani presentati anche a Lecco, nella seconda parte della scaletta hanno trovato posto la stupenda Lampecrucis, la title-track Verso un altro altrove, Stella clandestina, Ballata e Ave Maria migrante, un’invocazione laica affinché certe tragedie del mare abbiano fine al più presto.

radaelli lufSul versante della Resistenza e dei partigiani, invece, i Luf hanno attinto a piene mani dal loro repertorio, ripescando alcune delle canzoni più significative incise sull’argomento in oltre quindici anni di carriera: tra le più sentite, Fiore amore disertore, Ciao Bella, Giuda della neve e Turna mia ‘ndré. Non solo musica, però, durante la serata: ad arricchire l’evento, infatti, una serie di letture curate e recitate da Luca Radaelli, Giusi Vassena e Bintou Ouattara: un riuscito parallelo tra testimonianze di immigrati provenienti dalla Libia, testi storici sulle sorelle Villa e lettere di condannati a morte della Resistenza. 

Tornando alla band di Canossi, il concerto è stato anche l’occasione per presentare in anteprima assoluta  una nuova canzone, intitolata Garabuso quella notte e scritta appositamente per ricordare proprio le quattro sorelle Villa, donne lecchesi che parteciparono attivamente alla Resistenza fornendo un aiuto indispensabile alla rete che gestiva gli espatri clandestini verso la Svizzera (NdR: il brano Garabuso quella notte è stato scritto da Matteo Manente, autore di questo articolo).

luf teatro1E non è un caso che la nuova composizione sia stata presentata proprio durante questa serata e in questo teatro: dal 21 aprile, infatti, l’intero Centro Civico di via Ugo Foscolo è stato intitolato ad Angela, Carlotta, Erminia e Rina Villa, le quattro sorelle protagoniste di una delle pagine più interessanti e forse non troppo conosciute della resistenza lecchese. Catturate nella propria casa al Garabuso di Acquate il 19 maggio 1944 dopo una delazione ad opera di due spie russe al soldo dei tedeschi, le quattro sorelle lecchesi furono arrestate e deportate prima a San Vittore e poi al campo di concentramento di Fossoli; ad eccezione di Angela Villa, che fu rilasciata dopo poche settimane, le altre tre sorelle furono caricate sui treni della morte con destinazione Germania. Carlotta Villa finì nel campo tedesco di Ravensbruck ma riuscì a sopravvivere e tronare a casa, mentre Rina ed Erminia, in maniera piuttosto rocambolesca, fuggirono con l’inganno all’altezza delle stazioni ferroviarie di Verona e Dolo, in Veneto. Tutte e quattro le sorelle Villa fecero ritorno a casa e, finita la guerra, ripresero la vita di tutti i giorni.

luf teatro invitoUna pagina di storia locale poco conosciuta, quella raccontata dalla nuovissima ed inedita canzone dei Luf, che ha contribuito a inspessire una trama sonora fatta di musica e parole che nella serata del 21 aprile ha voluto e saputo ricordare i partigiani e la Resistenza di allora, così come quella più contemporanea che deve affrontare ogni giorno chi fugge da guerre e devastazioni, sapendo che il viaggio “verso un altro altrove” non sarà affatto semplice né privo di rischi. «Abbiamo provato a ricordare in modo diverso il 25 aprile ormai alle porte – ha detto a fine concerto Dario Canossi – unendo due temi molto importanti come la resistenza e i migranti: lo abbiamo fatto attraverso le nostre canzoni e i brani recitati dagli amici di Teatro Invito, speriamo di esserci riusciti al meglio».

Matteo Manente

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