“Thanatos”: il ritorno degli Aleph. La recensione del nuovo album

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di Alessio Aondio

album alephA distanza di ben sette anni dal precedente Seven Steps Of Stone, tornano gli Aleph con l’impegnativo Thanatos, terza prova in studio, questa volta rilasciata dall’etichetta Buil2Kill Records.

Rilassatevi quindi, poiché la carne al fuoco alimentato da Thanatos è davvero tanta, testimone del fatto che gli anni trascorsi dalla precedente release hanno fatto crescere ulteriormente il già longevo quintetto orobico.

Da anni fautori di un sound indirizzabile ma indecifrabile, in bilico (per chi ama le etichette), tra Thrash/Death progressivo e un Dark Doom debitore della tradizione italica, gli Aleph confezionano l’ora e un quarto di Thanatos come fosse un’ipotetica enciclopedia musicale dell’oscuro.

aleph2Dave ‘Nacht’ Battaglia, reminiscente del sepolcrale timbro di un certo Tom G. Warrior, è il perfetto narratore per le trame complicate di piccole suite quali The Snakesong, Nightmare Crescendo e la title track stessa, brani da assimilare pezzo per pezzo ogni ascolto di più, data la non linearità ed anzi la complessità della strutture compositive.

Nonostante l’arduo compito di assemblare un album così ambizioso, gli Aleph, sia grazie a una registrazione che valorizza tutti e cinque i musicisti che all’indubbia perizia strumentale degli stessi (sugli scudi un Manuel ‘Ades’ Togni devastante, che non si limita affatto al compitino come troppi batteristi ma riesce ad essere parte integrante di ogni canzone), riescono a interessare l’ascoltatore e, ben più arduo, a non annoiarlo mai, nonostante le innumerevoli curve del labirinto di Thanatos.

aleph3Sì, davvero un labirinto, perché se escludiamo intermezzi e outro, oltre alla diretta The Old Master (dalla quale è stato tratto un riuscitissimo videoclip), le altre composizioni si attestano tutte su durate medio-lunghe, non per questo meno affascinanti e sinistre, ma sicuramente doverose di numerosi ascolti per essere comprese al meglio.

I paragoni coi Celtic Frost più d’avanguardia e gli Opeth paiono azzeccati, con l’indispensabile tappeto tastieristico di Giulio ‘Gas’ Gasperini a conferire quell’aurea horror tanto cara ai nostri blasonati registi di qualche decade or sono, i quali, inoltre, non avrebbero esitato un secondo nel promuovere una cover tanto raccapricciante ed esplicativa.

aleph4In definitiva, ancora una volta, gli Aleph portano a termine un lavoro certamente non per tutti i palati ma, per chiunque cerchi qualcosa di diverso – e per chi lo sappia valorizzare – Thanatos appare tanto ambizioso quanto riuscito, permettendo ai Nostri un ritorno in pompa magna che, ci auguriamo, possa riservare delle soddisfazioni dopo tanto impegno canalizzato nella realizzazione di una così grande fatica discografica.

aleph1Line up: Dave ‘Nacht’ Battaglia: voce, chitarra; Giuseppe ‘Jack’ Ciurlia: chitarra; Antonio ‘Ceres’ Ceresoli: basso; Giulio ‘Gas’ Gasperini: tastiera; Manuel ‘Ades’ Togni: batteria.

Tracklist: 1. The Snakesong; 2. The Old Master; 3. A Game Of Chess; 4. The Severed Skull; 5. Fire Demon; 6. Nightmare Crescendo; 7. Sea Of Darkness; 8. …The Silence…; 9. Thanatos; 10. Winterlude; 11. Smoke And Steel; 12. Multitudes/Still Inside; 13. A Renegade’s Path; 14. Remains/Remained (exhumed sounds from the past).

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Alessio Aondio

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