“Una finestra su ITERfestival”
“Confessioni audaci di un ballerino di liscio” di Paola Cereda

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Paola Cereda torna a raccontare e a regalare mondi. Confessioni audaci di un ballerino di liscio è il quarto romanzo dell’autrice veduggese, uscito giovedì 4 maggio per Baldini & Castoldi. Lo scorso sabato 6 maggio il comune di Correzzana ha ospitato la prima presentazione Nazionale e Mondiale – come ha tenuto a specificare il vicesindaco Marco Beretta nel saluto d’apertura – del romanzo, proprio dentro iterfestival, il primo festival della letteratura in Brianza: e quale miglior auspicio per le edizioni a venire?

Cereda CorrezzanaUna serata d’incanto, tra letture, musiche e allegria. Carmela Tandurella, redattrice della rivista online Vorrei, ha introdotto l’incontro e dialogato con l’autrice, il cui viaggio letterario è stato accompagnato dalla voce e dalla chitarra di Paola Luffarelli e dalla fisarmonica di Saro Calandi, che hanno interpretato alcuni pezzi della tradizione del liscio, filo conduttore del romanzo.

Vero protagonista di Confessioni audaci del ballerino di liscio è Il Sorriso dancing club, che nel romanzo è la balera più famosa del Polesine, da cinquant’anni scenario di vite e vicende paesane, profondamente sentimentali. Paola Cereda ha confessato di aver sempre nutrito il desiderio di ambientare una storia dentro una balera, luogo della leggerezza e dell’allegria, che ha trasformato la sua vita: «A diciannove anni mi sono avvicinata al ballo liscio per gioco e mi ci sono affezionata. Il ballo insegna ad abbracciare e, al contempo, a rispettare le giuste distanze. Le balere in Brianza erano posti molto frequentati da giovani: per me e il mio gruppo di amici, il liscio era diventato vero compagno di vita. Credo che il ballo mi abbia cambiato e aiutato a crescere. Covavo da tanto il desiderio di scrivere un romanzo dentro e attorno a una balera, ma non trovavo il luogo perfetto in cui ambientarlo». Finché  Se chiedi al vento di restare, suo secondo romanzo, ha portato Paola in Polesine, per una presentazione. Quella terra controversa, ferita e meravigliosa, intrisa di una malinconia combattuta con la leggerezza, ha impresso un segno indelebile nel cuore dell’autrice che, dopo averne studiato la storia per mesi, è tornata in Polesine per osservare ed ascoltare.

cereda correzzana1«Confessioni audaci di un ballerino di liscio – racconta – non potrebbe esistere senza il viaggio che l’ha ispirato e nutrito, che da Bergantino mi ha portata fino a Pila». Lì, in quella striscia di terra piegata dall’alluvione, dove convivono nostalgia e allegria, Il Sorriso dancing club ha subito trovato la sua perfetta collocazione.

Nel libro abiti di gala in macramè, eleganti giacche color magenta, scarpe nere tirate a lucido colorano Il Sorriso e lo rendono vivo. Frank Saponara è figlio del Carlin, fondatore di balera, colui che ha portato il liscio a Bottecchio sul Po. Se, come recita la frase d’apertura del romanzo, «ognuno di noi viene al mondo con un compito», il compito che Frank si sente addosso è quello di continuare l’opera del padre. È un purista del liscio, «quello vero»;  crede nel ballo che unisce le persone e nell’eleganza. La sua vita si è snodata tra relazioni sentimentali leggere  e veloci come giri di valzer. Questo romanzo attraversa la storia di Frank e la accompagna in un percorso di formazione sentimentale, tra stravagante umorismo e delicatezza. Frank Saponara buca il cuore  e, insieme agli altri personaggi di questo romanzo, si ritaglia un posto nella memoria – tra i bei ricordi – e nell’anima del lettore.

«Vai, mi diceva mia madre, fa’ come me: scegli un presente che ti assomigli, che non sia troppo noioso   e abitudinario. Un quotidiano possibile, capace di reinventarsi».

Lunga vita  Frank Saponara e al liscio, quello vero.

 Claudia Farina

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L'autore di questo articolo

Claudia Farina

È la più piccola dei flâneurs, con una chioma ribelle e un sacco di sogni. Fin da bambina innamorata del racconto e delle parole, saltella tra una storia e l’altra, tra la pagina e la vita. Laureata in Lettere Moderne, è alla ricerca costante di nuove ispirazioni e di luoghi dove imparare. La tesi sulla narrazione nella musica di Wagner è stata un colpo di testa (e un colpo di fulmine!). Suona il clarinetto da (un po’ meno di) sempre, ama la musica, l’amicizia quella vera, la natura, lo stupore e la Bolivia, che porta nel cuore. Crede negli incontri che cambiano la vita e la rendono speciale, come quello con Il Flâneur! Pensa molto (forse, troppo). Le piace viaggiare e scoprire il mondo, fuori e dentro i libri. Nella scrittura si sente a casa ed è convinta che la cultura, passione ribelle, sia davvero in grado di cambiare il mondo.