Il sassofonista inglese David Jackson di nuovo a Lecco con “The House That Cried”. Con il Crams una serata tra musica e inclusività

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LECCO – Una villa antica, leggende di fantasmi e una musica che unisce rock band, cori, ottoni, sassofoni e tecnologia. È questo il cuore di The House That Cried, opera ideata e musicata dal già sassofonista dei Van der Graaf Generator David Jackson, in programma per sabato 17 maggio alle 20.30 nell’Auditorium del Centro Civico Sandro Pertini di Lecco (via Dell’Eremo 28).

Un evento organizzato dal Centro Ricerca Arte Musica Spettacolo di Lecco nell’ambito del progetto “I Quartieri del Terzo Paradiso” e delle attività educative e sociali progettate per il bando ministeriale “Educare Insieme” e che vuole unire musica, inclusività e contaminazione culturale, questo grazie al coinvolgimento di musicisti, coristi e persone provenienti dal Centro Diurno Disabili “La Casa di Stefano”–Cooperativa La Vecchia Quercia–Comune di Lecco e dalla Residenza Medale degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco, queste ultime protagoniste grazie al Soundbeam. Strumento che trasforma il movimento in suono e rende la musica accessibile a tutti, il Soundbeam sarà infatti mezzo di inclusività e partecipazione.

Con la partecipazione straordinaria dello stesso David Jackson, la direzione musicale affidata a Maurizio Fasoli e la direzione Soundbeam a Maurizio Rocca, la serata avrà per protagonisti i cori SolQuair e Giovani Cantori di Lecco (diretti da Giuseppe Caccialanza) e un’orchestra composta da Alessio Dattero, Luca Gilardi e Lello Colombo ai sassofoni, Stefano Coppola e Marcello Panunzio alle trombe, Pietro Corti e Giacomo Padovani Valcepina ai tromboni, Filip Ardean al corno, Ranieri Fumagalli alla cornamusa, Federico Gigliotti al pianoforte, Nadir Giori al basso e Samuele Catalano alla batteria.

«Un ensemble ricco e originale, particolarmente in linea – come spiegano dal gruppo di lavoro dell’ente lecchese – con la visione del CRAMS all’interno dei Quartieri del Terzo Paradiso: un coinvolgimento della città in modo inclusivo e capacitante e la creazione di un’attività educativa attraverso l’opera artistica. L’evento – continuano – è il risultato del lavoro che si è sviluppato durante l’anno con scuole, associazioni e realtà del territorio, con un coinvolgimento intergenerazionale attraverso opere capaci di valorizzare la crescita della relazione e, conseguentemente, il caregiving territoriale. Un punto di arrivo, una restituzione pubblica di quanto fatto e, contemporaneamente, un punto di partenza per un modello da riproporre annualmente».

Venendo all’opera protagonista della serata, The House that Cried nasce su commissione del South Hill Park, centro per le arti di Bracknell, in Inghilterra e racconta la storia di una villa maestosa, segnata da secoli di storia, restauri e da un incendio tragico in cui, secondo la leggenda, persero la vita dei bambini, abbandonati da una bambinaia innamorata. I loro spiriti, insieme a quelli della stessa bambinaia e di un soldato suonatore di cornamusa, popolano la casa, respingendo chi non è in sintonia con la sua vocazione. Tutto cambia, però, quando la villa diventa un centro per le arti, finalmente restituita alla vita e alla creatività: è allora che i fantasmi trovano pace e possono tornare a vivere la loro infanzia perduta. Un racconto, questo, che si sviluppa attraverso cinque canzoni originali, con una fusione sonora suggestiva che unisce linguaggi musicali diversi.

Qui il pieghevole dell’iniziativa.

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