#ADuePassiDaQui – Il Rossini Art Site di Briosco: un viaggio tra la scultura italiana contemporanea e la natura

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BRIOSCO – Un viaggio attraverso la storia della scultura italiana dal secondo dopoguerra ad oggi, tra opere di Cascella, Consagra, Munari, Pomodoro e dei maestri internazionali Dietman, Nagasawa, Oppenheim, Spoerri, Tinguely. Abbiamo percorso un itinerario artistico e insieme paesaggistico, andando alla scoperta del Rossini Art Site. Nel piccolo comune di Briosco, a metà strada tra Lecco e Milano, si trova uno dei più grandi parchi di scultura contemporanea in Italia. Con i suoi dieci ettari di estensione, questo parco naturale nel cuore della Brianza è annoverato tra i Grandi Giardini Italiani, accanto ai Giardini Vaticani, al Giardino dei Boboli a Firenze, ai Giardini della Reggia di Venaria e ad oltre 120 giardini e parchi visitabili in tutte le regioni italiane.

Percorrendo in macchina una strada che sale sinuosa immersa nel verde, si arriva al Parco che accoglie il visitatore con l’opera realizzata dall’architetto newyorkese James Wines, il padiglione d’ingresso: con le sue vetrate a tutta altezza e il suo tetto green, il padiglione immette fin da subito nell’ottica museale, caratterizzata da una compenetrazione di interno ed esterno, armonica e naturale.

Prima di essere museo a cielo aperto, infatti, il Rossini Art Site è giardino familiare, in cui si respira la passione del fondatore Alberto Rossini. Imprenditore e amante dell’arte, è Rossini la vera anima del parco, la cui collezione rappresenta perfettamente la personalità eclettica e poliedrica del collezionista che, nel 2015, realizza il sogno di aprire al pubblico il suo giardino, oggi conosciuto come Rossini Art Site.

È un “amore genuino” quello che avvicina Rossini all’arte, lui, titolare di una azienda tra le più all’avanguardia a livello mondiale nel campo degli stampi automobilistici e dell’utilizzo dei nuovi materiali plastici. Attraverso incontri significativi nel mondo artistico, Rossini diviene proprietario di opere che lascia libere dentro e fuori la villa in Briosco, proprio adiacente al Parco, e che sposta e ricolloca di frequente, quasi fossero esseri animati. Per tutta la vita, Rossini colleziona opere di Cascella, Severino, Sironi, Fontana, per citarne alcuni, divenendo un vero e proprio mecenate, scopritore di artisti come Stähler, le cui anfore di terracotta spiccano già nel giardino antecedente il parco.

Dedicato principalmente alle diverse declinazioni che la scultura astratta assume nel secondo Novecento, il Rossini Art Site ospita anche opere realizzate su commissione dello stesso Alberto Rossini. Abile a far dialogare l’arte con lo spirito imprenditoriale, Rossini presta agli artisti i materiali aziendali, ossia plastica e vernici, e chiede loro di testarli. È il caso dell’opera “Tulipani” del tedesco Franz Stähler, realizzata interamente nello stabilimento della Ranger Italiana, l’azienda di Alberto Rossini: costituita da sette sculture in plastica alte venti metri, la composizione è collocata al centro del Parco e dà l’impressione al visitatore che si avvicina e guarda dal basso di essere una formica tra i tulipani.

Arte e industria si sposano ancora nel modello della Casa della Pace realizzato nel 2000 da Rossini e dal celebre architetto Massimiliano Fuksas per la Biennale di Venezia. Il progetto si trova proprio in cima al parco, svettante sulla collina, ed è costruito con cemento e materiale plastico della Ranger Italiana.

Sempre seguendo la linea artistica inaugurata e incentivata da Alberto Rossini, è stato inaugurato il 16 maggio scorso un nuovo padiglione nel Parco, appena sotto la Casa della Pace: dedicato al Nouveau Réalisme, movimento artistico che negli anni Sessanta ha condotto una critica all’industrializzazione sfrenata, il percorso presenta opere che giocano con materiali industriali, che sono pressati, contorti e assemblanti in “macchine inutili”. Raccolte nel padiglione,  ci sono tre delle quindici compressioni della “Suite Milanaise” realizzate dall’artista César nel 1998, quando il promotore del movimento del Nouveau Réalisme, Pierre Restany in persona, si rivolge ad Alberto Rossini per proporgli di collaborare alla realizzazione di un omaggio alla città di Milano. Rossini procura al César le scocche di FIAT Marea e lo ospita nell’industria di famiglia, dove gli mette a disposizione mezzi e personale: lì, l’artista realizza le quindici compressioni che compongono la “Suite Milanaise”.

Insieme alle tre esponenti della Suite, nel nuovo padiglione del Rossini Art Site sono esposti anche gli “assemblages” di Daniel Spoerri – i suoi “Guerrieri della notte”- e le sculture di Jean Tinguely, quelle che lui stesso chiamava “Macchine inutili”, insiemi di ingranaggi funzionanti ma non funzionali, perfettamente fine a se stessi.

Simbolo della personalità del suo fondatore, questo nuovo percorso artistico va ad arricchire la collezione permanente del Rossini Art Site, museo in continua evoluzione, fedele sempre alla volontà di coniugare arte e natura, stabilità e movimento,  pubblico e cultura.

INFORMAZIONI – Il Rossini Art Site, che si trova in via Col del Frejus, 3 a Briosco, può essere visitato liberamente o con una guida del parco, che permette di vivere pienamente l’atmosfera del luogo, comprenderne la storia e conoscerne le opere. Per info: www.rossiniartsite.com.

Claudia Farina

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L'autore di questo articolo

Claudia Farina

È la più piccola dei flâneurs, con una chioma ribelle e un sacco di sogni. Fin da bambina innamorata del racconto e delle parole, saltella tra una storia e l’altra, tra la pagina e la vita. Laureata in Lettere Moderne, è alla ricerca costante di nuove ispirazioni e di luoghi dove imparare. La tesi sulla narrazione nella musica di Wagner è stata un colpo di testa (e un colpo di fulmine!). Suona il clarinetto da (un po’ meno di) sempre, ama la musica, l’amicizia quella vera, la natura, lo stupore e la Bolivia, che porta nel cuore. Crede negli incontri che cambiano la vita e la rendono speciale, come quello con Il Flâneur! Pensa molto (forse, troppo). Le piace viaggiare e scoprire il mondo, fuori e dentro i libri. Nella scrittura si sente a casa ed è convinta che la cultura, passione ribelle, sia davvero in grado di cambiare il mondo.