ARCHIVIO – La figura di Antonio Stoppani al centro di tre incontri a Lecco

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il bel paeseLECCO – Geologo, paleontologo e naturalista, letterato e insieme patriota ottocentesco, che nelle pagine del suo Il Bel Paese, pubblicato nel 1875, ha raccolto e descritto le bellezze naturali italiane, coltivando una coscienza nazionale, un sentire comune. A lui, all’abate Antonio Stoppani, l’associazione Appello per Lecco dedica un ciclo di incontri: un’occasione per conoscere e approfondire uno dei personaggi lecchesi più illustri, patriota che nel ‘48 prese parte alle Cinque giornate di Milano.  Tre appuntamenti in tutto che prenderanno il via mercoledì 15 aprile e termineranno il 29 dello stesso mese, proponendo ciascuna volta due distinti interventi, sempre con l’intento di presentare aspetti della storia personale e del pensiero del geologo.

Si parte, quindi, mercoledì 15 aprile alle 18, quando presso la sede di Confindustria Lecco (via Caprera 4) si terranno le conferenze della presidente dell’associazione Amici dei musei del territorio lecchese Tiziana Rota e di Annibale Rota del Cai di Lecco – Sezione Riccardo Cassin. Due interventi, come detto, che analizzeranno altrettanto tematiche diverse: ad aprire la serata sarà Tiziana Rota, che passerà in rassegna le opere che Michele Vedani ha dedicato all’abate, a partire dal monumento cittadino che proprio in questo periodo è in restauro. Un intervento che prenderà le mosse dal volume Michele Vedani scultore, testimone di un’epoca, scritto dalla stessa Rota. Annibale Rota presenterà, invece, una serie di itinerari geologico- paleontologici sulle montagne del territorio, tutti legati all’attività di ricerca svolta da Stoppani. Una rivisitazione, quindi, di percorsi noti, presentati, però, in un’ottica particolare.

appello per lecco stoppaniL’abate Stoppani per la cultura universale sarà il fil rouge, invece, del secondo appuntamento del ciclo, fissato per mercoledì 22 aprile alle 18, questa volta a Palazzo Falck (piazza Garibaldi 4). A intervenire saranno il medievalista e museologo lecchese Gian Luigi Daccò e il presidente del Centro Studi Abate Stoppani Fabio Stoppani. Si parte, quindi, con un viaggio tra scienza, divulgazione e museologia: «Antonio Stoppani è riconosciuto in Italia – si legge nella presentazione dell’incontro – come il fondatore della geologia; meno noto il suo impegno per connettere ricerca, didattica, divulgazione e museologia in un solo insieme», tematica, questa, che sarà affrontata e approfondita da Daccò. L’importanza della conoscenza e del rispetto della natura, temi cari a Stoppani, saranno al centro, invece, dell’intervento del presidente del Centro Studi: Fabio Stoppani parlerà, infatti, di come l’abate abbia inteso la scienza come consapevolezza per tutti. In un Pianeta in cui l’uomo ha la capacità di costruire e distruggere, si rende necessaria un’opera di informazione e di divulgazione, così da «deporre in tutti i concittadini il seme della conoscenza e del rispetto della natura, nostra casa e madre».

Chiude il ciclo di incontri, infine, il pomeriggio da titolo L’abate Stoppani e l’energia per l’Italia: due interventi fissati a partire dalle 18 di mercoledì 29 aprile. Ad aprire il pomeriggio sarà ancora una volta Fabio Stoppani, che parlerà di come l’abate abbia scelto di dedicarsi, a partire dal 1861, allo studio delle materie energetiche presenti sulla terra, in particolare il petrolio, cercando di individuare nuove soluzione per i problemi energetici della Penisola. In seguito toccherà a Samuele Francesco Tadini, del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa: a lui il compito di approfondire il tema dell’unità delle scienze, delle conciliazione tra discipline diverse. «Stoppani fu fermamente convinto – si legge nel volantino – che il rosminiano sistema della verità avrebbe consentito una perfetta cooperazione tra scienza e fede, superando un esasperato razionalismo o un ingiustificato fideismo. Pose a base della propria attività scientifica e di comunicazione la libertà dell’indagine e la conciliazione delle diverse opinioni».

«Appello per Lecco – conclude il portavoce dell’associazione Corrado Valsecchi – ha pensato che non bastasse il restauro del monumento, che pure sta impegnando notevolmente l’associazione in uno sforzo straordinario, e che Antonio Stoppani meritasse di essere ricordato per le sue opere e il suo percorso di scienziato con questi tre incontri pubblici. Per la città di Lecco – continua – è un onore aver avuto un concittadino geniale, capace di nobilitare la nostra città con le sue ricerche, i suoi libri e le sue teorie tutt’oggi attuali, come si dimostrerà durante le conferenze in programma».

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