Milano e l’Esposizione del 1906: in mostra a Lecco gli scatti di Pessina

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pessina1LECCO – Milano accoglie l’Esposizione Universale. Grandi padiglioni bianchi dalle forme liberty ricevono i visitatori: cappello in testa e tanta curiosità, perché l’esposizione è una grande, scenografica celebrazione del progresso, della tecnica, dell’evoluzione, ma anche delle diversità, della creatività. Il parco Sempione, proprio alle spalle del Castello, diviene spazio per un evento che abbaglia, complice l’innovativa illuminazione elettrica, che in occasione dell’Esposizione illumina viali e architetture, genera stupore.

Non vi stiamo parlando, ovviamente, dell’Expo che stiamo vivendo oggi, bensì della prima Esposizione Universale Italiana, quella che più di un secolo fa, precisamente nel 1906, ha portato a Milano le maggiori innovazioni del tempo. Un grande appuntamento al quale l’allora giovanissimo Giuseppe Pessina, fotoamatore lecchese, ha rivolto il suo occhio attento, indagatore: un racconto che di immagine in immagine descrive mitiche architetture, eleganti visitatori, animali esotici, ma anche incidenti, come l’incendio del 3 agosto ai padiglioni italiani.

pessinaIn occasione di Expo 2015, la città di Lecco dedica a Giuseppe Pessina e ai suoi scatti milanesi una mostra da non perdere: un legame simbolico tra l’esposizione di inizio Novecento e quella attuale, un tuffo indietro nella Storia di circa cento anni. Si tratta di Giuseppe Pessina. L’Esposizione Universale di Milano del 1906, un allestimento che dal 2 maggio (inaugurazione prevista per venerdì 1 maggio alle 18) al primo di novembre 2015 raccoglie al secondo piano di Palazzo delle Paure, in centro Lecco, un’ottantina di scatti firmati proprio da quel lecchese dallo sguardo contemporaneamente realistico e immaginario, attratto dalle architetture, dalle persone, e insieme dalla cronaca, da eventi drammatici come la Prima Guerra Mondiale.

IMG_7684C’è la Milano di inizio secolo, con il Duomo e i suoi Navigli, con i tram e le carrozze. E poi le vedute sui padiglioni dall’altro, cifra stilistica di Pessina, e la gente che vi entra, che si ferma a parlare proprio dinanzi a qui bianchi edifici liberty, di notte scenograficamente illuminati grazie alla corrente elettrica. Una testimonianza preziosa e affascinante e che non si ferma, come anticipato, alla grandiosità dell’evento: in mostra a Lecco, infatti, anche le immagini che ritraggono i padiglioni italiani dell’Architettura e dell’Arte Decorativa completamente arsi dall’incendio dell’agosto del 1906 «e la loro successiva – spiega Daniele Re, curatore insieme a Barbara Cattaneo della mostra – ricostruzione. Pessina – continua – si pose nei confronti dell’Esposizione Universale come un fotografo degli eventi, interpretando il paesaggio urbano e documentando i fatti alla luce di un clima fiducioso nel progresso tecnico».

Uno sguardo da cronista, «che anticipa di circa trent’anni  – commenta il fotografo Luigi Erba – l’uso della fotografia giornalistica, del reportage. La pellicola cattura l’architettura,  le persone, gli eventi, la montagna come luogo della gente: Pessina è senza dubbio – aggiunge – un grande fotografo, il cui nome merita di essere affiancato a quello di altre personalità lecchesi illustri, come Ghislanzoni, Manzoni o Stoppani, e a cui – conclude – spero un giorno venga intitolata la Fototeca della città».

IMG_7680INFORMAZIONI TECNICHE – La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile da 2 maggio all’1 novembre 2015 (inaugurazione venerdì 1 maggio alle 18), presso Palazzo delle Paure, a Lecco. L’esposizione sarà affiancata nel corso di questi mesi da visite guidate ed eventi collaterali. Le visite, in programma per il 28 maggio, l’11 giugno, il 2 e il 9 luglio e l’8 di ottobre alle 21, saranno tenute dai due curatori, Barbara Cattaneo e Daniele Re. Fissata per il 17 settembre alle 21, poi, la conferenza dal titolo Luigi Erba incontra Giuseppe Pessina, un appuntamento che vedrà il noto fotografo lecchese approfondire la figura di Pessina.

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L'autore di questo articolo

Valentina Sala

È la “flâneuse” che non smette mai di flaneggiare (?): in continuo vagabondaggio tra luoghi (certo) e soprattutto nuovi progetti da realizzare, dirige il giornale in modo non proprio autoritario (!). Ideatrice e cofondatrice de Il Flâneur, non si accontenta di un solo lavoro. Giornalista, ufficio stampa culturale, insegnante di Comunicazione, indossa l’uno o l’altro cappello a seconda delle situazioni. Laureata in Editoria con il massimo dei voti, ama approfondire il rapporto tra città e letterati (sua, infatti, la tesi sulla Parigi di Émile Zola e la Vienna di Joseph Roth), i romanzi che raccontano un’epoca, i film di François Truffaut, le grandi città e, naturalmente, il viaggio flaneggiante, specie se a zonzo per le strade d’Europa. Per contattarla: valentina.sala@ilflaneur.com