ARCHIVIO – Nicolò Tomaini e la società del consumo rapido e distratto.
Alla Galleria Melesi di Lecco la personale “Verranno giorni senza nome”

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LECCO – È la contemporaneità, fatta di un consumo rapido e disattento di immagini, di informazioni, di relazioni; fatta di apparenza, di strumenti nuovi e democratici che si rivelano, invece, tirannici; di un surfing continuo tra parole, stimoli visivi, legami che scorrono con velocità e che poco lasciano di sé. Nicolò Tomaini, classe 1989, è un artista che certamente nel mondo della comunicazione via web è cresciuto: un habitat naturale ma che diviene, per lui, oggetto di riflessione, spunto per sollevare, con opere spesso provocatorie, un dibattito sulla società di oggi.

E la mostra che la Galleria Melesi di Lecco accoglie dal 10 novembre 2018 al 19 gennaio 2019 (inaugurazione il 10 novembre alle 18.30) mette in scena proprio questo mondo dell’apparenza, del consumo distratto, dell’incapacità di cogliere il profondo delle cose: un’esposizione dal titolo Verranno giorni senza nome e che raccoglie diverse serie di lavori firmati proprio dal giovane artista lecchese. Una selezione di opere, alcune già note altre inedite, per raccontare un’arte che è figlia del tempo che viviamo e insieme strumento di critica, capace di unire oggetti contemporanei come smartphone e tablet a tecniche e materiali del passato come tele ottocentesche o cornici antiche.

Diverse, come detto, le serie presenti in mostra, a partire da quell’opera, Nuovi regimi, che è simbolico inizio della carriera artistica di Tomaini: realizzata nel 2010, la tela rappresenta una svastica fatta di “f” di Facebook, una sorta di nuova dittatura in un mondo dominato, quasi plasmato, dai social networks. Esposti, poi, Black mirror realizzati tra il 2017 e il 2018: «specchi senza funzione – spiegano dalla Galleria Melesi – diventano accattivanti icone di un ipotetico “profilo” di social network e con la classica frase “upload your image” ci invitano a caricare la migliore immagine di noi». L’immagine “perfetta”, magari ritoccata, spesso infedele.

Ampio spazio viene dedicato, infine, alla serie Loading (2016-2018): una decina le opere che ci paiono come parziali, caratterizzate da quel loading, appunto, che lascia lo spettatore come in attesa di caricamento: una riflessione, questa, sul rapido consumo d’immagini che caratterizza la società contemporanea e che si estende anche alle ultime ricerche di Tomaini, dove immaginarie schermate di YouTube o di Instagram vengono messe come in stand by, impedendo così il loro scorrere veloce sullo schermo di uno smartphone.

INFORMAZIONI – Dal 10 novembre 2018 al 19 gennaio 2019 (inaugurazione il 10 novembre alle 18.30) – Galleria Melesi di Lecco. Orari: da martedì a domenica dalle 16 alle 19 (chiusura per le festività dal 25.12.18 al 6.01.19).

 

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L'autore di questo articolo

Valentina Sala

È la “flâneuse” che non smette mai di flaneggiare (?): in continuo vagabondaggio tra luoghi (certo) e soprattutto nuovi progetti da realizzare, dirige il giornale in modo non proprio autoritario (!). Ideatrice e cofondatrice de Il Flâneur, non si accontenta di un solo lavoro. Giornalista, ufficio stampa culturale, insegnante di Comunicazione, indossa l’uno o l’altro cappello a seconda delle situazioni. Laureata in Editoria con il massimo dei voti, ama approfondire il rapporto tra città e letterati (sua, infatti, la tesi sulla Parigi di Émile Zola e la Vienna di Joseph Roth), i romanzi che raccontano un’epoca, i film di François Truffaut, le grandi città e, naturalmente, il viaggio flaneggiante, specie se a zonzo per le strade d’Europa. Per contattarla: valentina.sala@ilflaneur.com