ARCHIVIO – Palazzo delle Paure: in mostra “Morterone: una soglia poetica”

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morterone 5LECCO – Un viaggio artistico e poetico per raccontare l’unicità dell’esperienza di Morterone, comune che da trent’anni rappresenta un centro vitale della creatività contemporanea. Per questo motivo è stata realizzata la mostra Morterone: una soglia poetica. Natura Arte Poesia, un’esposizione inaugurata sabato 13 settembre all’interno del Palazzo delle Paure di Lecco. Promossa dai comuni di Lecco e Morterone in collaborazione con l’associazione Amici di Morterone, la mostra sarà visitabile fino al 9 novembre e presenterà gli aspetti più significativi dello straordinario fermento artistico che ha caratterizzato il comune più piccolo d’Italia nel corso degli ultimi trent’anni. All’interno delle sale del polo museale lecchese, si potranno quindi osservare opere di artisti italiani e internazionali che hanno collaborato per la costruzione del Museo all’Aperto di Morterone, così come leggere scritti e opere del poeta Carlo Invernizzi, vero e proprio catalizzatore che dagli anni Ottanta ha attirato in paese numerosi pittori e scultori. Ed è così che la mostra lecchese «raccoglie – afferma l’assessore alla Cultura di Lecco, Michele Tavola – opere di artisti di livello internazionale, che solitamente espongono nei più importanti musei del mondo, e allo stesso tempo celebra e racconta il territorio, documentando un’esperienza trentennale nel paese e nei boschi di Morterone».

morterone6Ma perché è proprio a Morterone che si concentra una così rilevante presenza di artisti provenienti da diverse parti del mondo? Tutto ha inizio a metà degli anni Ottanta, quando l’associazione Amici di Morterone comincia la sua attività di promozione di mostre di arte contemporanea, gettando le basi per la creazione del Museo di Arte Contemporanea all’aperto, che oggi conta più di 30 opere tra pittura e scultura (ancora in progress). Fulcro del progetto è la concezione poetica Natura Naturans di Carlo Invernizzi, che «pone al centro delle proprie riflessioni – spiega la curatrice della mostra, Francesca Pola – l’uomo nella sua relazione con quanto lo circonda. Il suo percepire e sentire ciò che gli sta intorno – continua – non è infatti un qualcosa di estraneo e accessorio, ma una parte irrinunciabile del suo stesso divenire vitale». Concezione che lo stesso Invernizzi, insieme a Gianni Asdrubali, Bruno Querci e Nelio Sonego, approfondisce nel manifesto Tromboloide disquarciata e che sta alla base della scelta di far dialogare la creatività umana con il contesto naturale che da sempre caratterizza Morterone. A partire dalla prima scultura del 1988, ossia Architettura cacognometrica di Gianni Colombo, il paese si popolerà, infatti, di decine di opere d’arte.

morterone7LA MOSTRA – L’esperienza artistica sia a livello dell’azione che del pensiero è protagonista della mostra lecchese: quadri, sculture, installazioni e parole raccontano di Morterone e del suo museo. Un percorso espositivo fatto di opere di artisti già presenti a Morterone con installazioni permanenti e di lavori presentati nel corso degli anni, in occasione delle mostre realizzate dall’associazione Amici di Morterone. Si parte, quindi, con l’opera posizionata all’ingresso e firmata da Niele Toroni: Morterone – Paris même combat, acrilico che accosta la grande città e il piccolo paese, in una sorta di rapporto artistico ideale. Si continua nella Sala 1, dove sono presenti opere più lontane a livello cronologico, tra cui quelle di Gianni Colombo, Enrico Castellani, Grazia Varisco, Mario Nigro, Dadamaino e François Morellet. La sala successiva (Sala Ibis) è dedicata, invece, alle sculture e ai progetti visione di Rudi Wach, realizzati per il recupero storico-culturale di Morterone e, in particolare, della Chiesa Santa Maria Assunta, tra i quali spicca la Croce in bronzo del 1995. Si prosegue nella Sala 2 con una serie di opere di artisti molto legati alla poetica di Carlo Invernizzi, come Carlo Ciussi e il suo XXX e Rodolfo Aricò con Irregolare. Opere, queste, che vengono accostate all’interno della sala anche ad alcune poesie di Invernizzi.

morterone8Il percorso continua poi nella Sala 3, dove accanto alle opere di Riccardo De Marchi, Francesco Candeloro, Lucilla Catania e Mauro Staccioli, appaiono i lavori dei tre redattori insieme a Invernizzi del manifesto Tromboloide e disquarciata: Bruno Querci, Nelio Sonego e Gianno Asdrubali. La Sala 4 è dedicata, invece, agli autori stranieri che si sono confrontati con la natura di Morterone, tra cui David Tremlett, Günter Umberg, Elisabeth Vary, Alan Charlton, Lesley Foxcroft, Niele Tornoni e Ulrich Rückriem, mentre la sezione successiva della mostra è dedicata a Carlo Invernizzi e alla sua concezione della Natura Naturans. Presenti, infatti, libri, poesie e materiale riguardante il manifesto Tromboloide e disquarciata. Nella stessa sala sono inoltre in mostra immagini fotografiche delle opere permanentemente installate a Morterone, fotografie di Maria Mulas che ritraggono alcuni degli artisti che hanno lavorato a Morterone e alcune immagini del fotografo Luigi Erba, dal titolo Frasnida. All’interno della sala video, infine, è possibile assistere a un breve documentario sulla storia di questa esperienza artistica. Un’esperienza che non intende concludersi: presenti, infatti, anche modelli e progetti di opere non ancora realizzate, in quanto «la mostra – conclude Francesca Pola – non vuole essere una semplice rievocazione, ma una dimostrazione dell’attualità e della rilevanza del pensiero che sottende il progetto in progress di Morterone».

morterone9INFORMAZIONI:

Dal 14 settembre al 9 novembre. Inaugurazione sabato 13 settembre alle 18.

Dal 14 al 30 settembre 2014: mercoledì dalle 9 alle 13, giovedì dalle 16 alle 19 e dalle 21 alle 23, venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 11 alle 19. Lunedì e martedì chiuso.

Dal 1° ottobre al 9 novembre 2014: mercoledì dalle 9 alle 13, giovedì dalle 15.30 alle 18.30 e dalle 21 alle 23, venerdì dalle 15.30 alle 18.30, sabato e domenica dalle 10.30 alle 18.30. Lunedì e martedì chiuso.

Ingresso libero

 

 

 

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L'autore di questo articolo

Daniele Frisco

È il flâneur numero uno, ideatore e cofondatore del giornale. Seduto ai tavolini di un qualche bar parigino, lo immaginiamo immerso nei suoi amati libri, che colleziona senza sosta e che non sa più dove mettere. Appassionato di Storia e, in particolare, di Storia culturale, è un inarrestabile studente (!): tutto è per lui materia da conoscere e approfondire. Laurea? Quale se non Storia del mondo contemporaneo?! Tesi? Un malloppo sul multiculturalismo di Sarajevo nella letteratura, che gli è valso la lode. Travolto da un vortice di lavori – giornalista, insegnante di Storia, consulente storico e istruttore del Basket Lecco – tra una corsa di qua e una di là ama perdersi nel folk-rock americano, nei film di Martin Scorsese e di Woody Allen, nella letteratura mitteleuropea e, da perfetto flâneur, nelle strade della cara e vecchia Europa. Per contattarlo: daniele.frisco@ilflaneur.com