VALGREGHENTINO – La fotografia come strumento per denunciare il fenomeno delle “spose bambine” in Bangladesh. Si tratta di Game Over, la mostra di scatti di Sara Munari in programma a partire dal mercoledì 8 marzo (inaugurazione alle 20.45) all’interno della Biblioteca Civica di Valgreghentino e che sino al 22 marzo racconterà un tema delicato e difficile. Un percorso per immagini promosso dal Comune di Valgreghentino e dal Coe di Barzio e che narra quanto visto dalla fotografa lecchese durante un viaggio intrapreso nel 2014, quando su proposta proprio del Coe ha visitato undici villaggi del Bangladesh e documentato i progetti attivati in loco dall’associazione. Partita con l’intento di realizzare un reportage sulla mancanza o, all’opposto, l’eccesso di acqua in quelle terre, Sara Munari è rimasta colpita dall’elevato numero di ragazzine giovanissime con bambini in braccio. Da lì la scoperta del triste fenomeno delle “spose bambine” e la decisione di approfondire la tematica e di parlare con loro, fino all’idea di realizzare un vero e proprio reportage con più di cinquanta ritratti fotografici, di cui una parte è esposta nella mostra Game Over.
«In Bangladesh – ha raccontato la stessa fotografa in occasione di una precedente esposizione sul tema, allestita a Palazzo Falck nel 2015 – molte bambine si sposano in età compresa tra i 12 e i 15 anni, talvolta addirittura più piccole, con conseguenze negative per la loro salute e il loro sviluppo psico-fisico. La precocità del matrimonio causa l’abbandono scolastico e gravidanze premature che, in alcuni casi, provocano la morte della madre o del bambino. I mariti – ha continuato – sono spesso più anziani di 30 o 40 anni e non mancano casi di violenze e soprusi. Le bambine, frequentemente ripudiate o rimaste vedove, restando sole, senza lavoro e senza una casa, costrette a vivere con la famiglia del marito, della quale diventano schiave. I miei ritratti riguardano la loro adolescenza e molti dei soggetti sono vedove o ripudiate. La mia scelta è stata quella di non soffermarmi a parlare di quanto tutto ciò mi abbia toccato: per la prima volta desidero far vedere bene negli occhi le ragazze delle mie foto».
Un’occasione, la mostra, pensata in concomitanza con la Festa della donna per riflettere proprio sulla condizione della donna in paesi come il Bangladesh, dove avere una figlia femmina è ancora considerata una vera e propria sfortuna, data la necessità di una dote per farla sposare.
Durante l’inaugurazione di mercoledì 8 marzo alle 20.45 interverranno Sara Munari e Pietro Mariani, responsabile dei progetti COE in Bangladesh. La mostra resterà aperta fino al 22 marzo nei seguenti orari: lunedì, martedì e venerdì dalle 15 alle 18, giovedì dalle 9.30 alle 11.30 e dalle 20.30 alle 22, sabato dalle 14.30 alle 17.