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La ricetta di ottobre: marmellata di rosa canina

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A cura di Giulia Barranco (Cooked4U)

La Rosa canina è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae e ha come habitat le boscaglie di faggio, abete, pino e querce a foglie caduche, gli arbusteti e le siepi (fino ad una quota di 1900 metri). La pianta, cespugliosa e spinosa, è diffusa lungo sentieri e radure di campagna dove cresce liberamente. Si tratta una specie pioniera resistente al freddo e molto tollerante al caldo in grado di non subire attacchi da molti parassiti (a differenza delle rose coltivate).

Il fiore si presenta come una delicata rosa selvatica con un colore che va dal bianco al rosa acceso, mentre il suo falso frutto è caratterizzato da una bacca carnosa di colore rosso-arancio, edule ma aspro e non appetibile fresco. La rosa canina fiorisce da maggio a luglio, la maturazione delle bacche si ha in ottobre-novembre

DIFFUSIONE

La Rosa canina è diffusa in una vasta area delle zone temperate: dall’Africa del Nord alle isole Canarie e Madera, dall’Asia occidentale alla regione del Caucaso e all’Asia centrale, fino a tutta l’Europa. È stata inoltre introdotta e si è naturalizzata anche in America del Nord ed in Australia e Nuova Zelanda.

STORIA E CARATTERISTICHE

Questa pianta deve il nome canina a Plinio il Vecchio, che ha riportato il caso di un soldato romano guarito dalla rabbia da un decotto di radici. Seguendo la teoria dei segni, che poneva in relazione le funzioni medicinali con l’aspetto morfologico della pianta, la Rosa canina è infatti stata utilizzata dagli antichi contro la rabbia. Una proprietà, questa, invalidata però dalle attuali conoscenze farmacologiche.

La rosa canina è un potente rimedio naturale. Viene largamente usata per i suoi altissimi contenuti di vitamina C (2.250 mg per 100 g di porzione edule): si tratta delle sorgenti naturali più concentrate in Vitamina C, presente in quantità fino a 50-100 volte superiore rispetto alle arance e limoni, e per questo in grado di contribuire al rafforzamento delle difese naturali dell’organismo. I fiori hanno inoltre un elevato contenuto di bioflavonoidi (fitoestrogeni), che agiscono sinergicamente alla Vitamina C, ottimizzando la circolazione sanguigna.

La rosa canina è un’erba officinale e un’erba medicinale. L’assunzione dei rimedi naturali a base di bacche di rosa canina è consigliata in autunno per prevenire i tipici malanni invernali e in inverno a scopo curativo. È interessante sapere che le bacche di rosa canina vengono utilizzate anche in cucina, ad esempio per la preparazione di liquori: nel Nord-Italia ne viene preparato uno chiamato gratacül, dal nome dialettale gratacü delle bacche (Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna).

ALCUNI CONSIGLI

Gli impieghi delle bacche di rosa canina riguardano sia le bacche fresche che le bacche essiccate. Preparare una tisana di bacche di rosa canina e assumerla regolarmente può, ad esempio, essere utile già ai primi sintomi di raffreddore, influenza, tosse o mal di gola per cercare di evitare che le vostre condizioni di salute si aggravino. Se invece raccogliete le bacche di rosa canina fresche, fate attenzione al modo corretto in cui consumarle. Aprite ogni bacca suddividendola in due parti ed eliminate i semi e la peluria presente, dato che possono risultare irritanti. Risciacquate quindi le bacche di rosa canina sotto l’acqua corrente.

Bacche adatte anche alla preparazione di estratti e centrifugati, unendole ad esempio a una mela e a una carota per ottenere una bevanda ricca di vitamine.

PROPRIETÀ

Le bacche di rosa canina sono da considerarsi dei veri e propri integratori naturali, che accrescono le difese immunitarie e aiutano a combattere vari tipi di infezione. È infatti indicata come astringente intestinale, antidiarroico, vasoprotettore e antinfiammatorio. Viene inoltre consigliata nei casi di debilitazione. I semi possono essere utilizzati per la preparazione di antiparassitari ed i petali dei fiori per il miele rosato. Il suo decotto è infine utilizzato in cosmetica per pelli delicate e arrossate.

Esistono controindicazioni all’assunzione di bacche di rosa canina? La rosa canina è sconsigliata in caso di calcolosi renale. In realtà, tutti dovrebbero fare attenzione a evitare sovradosaggi, specialmente durante la gravidanza e l’allattamento, periodi nei quali è sempre meglio chiedere maggiori informazioni al proprio medico prima di assumere qualsiasi rimedio a base di rosa canina (integratori, tinture, bacche e tisane)

RICETTA: MARMELLATA DI ROSA CANINA

Un utilizzo molto diffuso in cucina riguarda sicuramente la preparazione di un’ottima marmellata; ecco a voi la ricetta per ottenerla e consumarla nelle vostre colazioni invernali.

Tempo di preparazione: 1 ora più il tempo di pulitura delle bacche

Difficoltà: Media

Ingredienti:

1 kg di bacche di rosa canina

700 g di zucchero

PROCEDIMENTO – Innanzitutto è necessario procedere con la pulitura esterna delle bacche, con un getto d’acqua fresca corrente di media intensità. Poi, come già accennato nell’articolo, si passa alla fase di pulitura interna: si eliminano i piccioli, quindi si tagliano a metà le bacche per rimuovere i semi e la tipica peluria. Riempire di acqua una pentola sufficientemente grande da contenere le bacche: al momento dell’ebollizione, buttare le bacche e farle cuocere per una ventina di minuti. Quando i frutti appariranno più morbidi (si può verificare con un cucchiaio), scolare l’acqua e frullare tutto fino a ottenere un composto mediamente omogeneo. Filtrare con un colino a maglie non troppo larghe, per eliminare tutti quei residui non rimossi durante la precedente fase di lavaggio. Bollire nuovamente il composto, a cui si aggiungerà pian piano lo zucchero. La quantità di zucchero necessaria varia a seconda del peso iniziale delle bacche prescelte: dovrà essere, in linea generale, pari a circa un terzo. Cuocere per circa 30 minuti e fare la prova su un piattino inclinato: il composto deve scivolare in modo compatto lungo la superficie; quando la marmellata risulterà della giusta consistenza, togliere dal fuoco e versare la confettura in contenitori in vetro sterilizzati. Capovolgere i vasetti chiusi per 5 minuti per creare il sottovuoto e rigirarli poi nuovamente. Conservare in luogo fresco e asciutto. Se la procedura è stata seguita correttamente la marmellata si conserva anche per oltre un anno.

Giulia Barranco

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Giulia Barranco