Premio Manzoni: Sepúlveda incanta Lecco. Al Teatro della Società il racconto di una vita fuori dal comune, tra passione letteraria e attivismo

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sepulveda1LECCO – La letteratura, strumento attraverso cui diffondere valori fondamentali, ma anche l’impegno politico, con la militanza nel partito socialista cileno e l’ingresso nella guardia personale di Salvador Allende. E poi ancora l’attivismo tra le fila di Greenpeace, i ricordi di scuola, con un insegnante che amava il Manzoni, e l’esilio ad Amburgo. Una vita ricchissima, raccontata con quel mix di semplicità, immediatezza e profondità che lo caratterizzano. Stiamo parlando di Luis Sepúlveda, scrittore a cui lo scorso sabato 24 ottobre è stato consegnato il Premio Alessandro Manzoni alla Carriera, giunto quest’anno alla sua ottava edizione. Prima personalità straniera a ricevere il riconoscimento promosso dall’associazione 50&Più di Confcommercio Lecco, Sepúlveda  è stato accolto sul palco del Teatro della Società di Lecco e per più di un’ora ha conversato con il giornalista Vittorio Colombo, raccontando aneddoti di una vita certamente fuori dal comune.

Salvador Allende

Salvador Allende

Innanzitutto il colpo di stato cileno: impossibile, infatti, parlare dell’autore de Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, Patagonia Express e di favole come la celebre Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare senza rievocare il golpe del ’73, che Sepúlveda, al tempo parte della guardia personale di Allende, ha vissuto in prima persona. «È stato un grande onore – ha raccontato nel corso della serata – essere incaricato, a 19 anni, di far parte della guardia del presidente Allende. Avevo studiato per diventare direttore teatrale, il mio sogno era conoscere Fo, andare al Piccolo di Strehler. Nonostante questo quando il partito in cui militavo, quello  socialista, mi ha selezionato per entrare nella guardia di Allende, ne sono stato entusiasta: al tempo eravamo tutti giovani, Allende amava confrontarsi con noi ed è stato un onore essere al suo fianco, conoscere un uomo così formidabile, con una carica particolare. Non voleva essere un martire, bensì essere ricordato come uomo giusto».

sepulveda (1)Un racconto, quello dello scrittore, che ha svelato il lato umano, quasi intimo, del presidente assassinato quell’11 settembre del ’73: «ci portava a mangiare il gelato nel cuore della notte. Uno dei suoi film preferiti era I mostri di Dino Risi e quando era particolarmente di buon umore si divertiva a imitare Gassman e il suo So’ contento. Noi avevamo deciso di offrire la nostra vita per questo uomo straordinario. Di quel corpo di 96 compagni pochi sono ancora vivi: assassinati, torturati, fatti sparire durante quel periodo buio per il Cile, nonostante l’ordine di Allende di non lasciarsi ammazzare, di scappare».

BodyPart (10)E poi, dopo il colpo di stato di Pinochet, l’esilio forzato, con una vita che riprende lentamente la sua quotidianità in un Paese straniero, la Germania. I ricordi di Amburgo, di un panettiere che si alzava all’alba per lavorare, di un aroma di pane che non si dimentica. E poi la militanza in Greenpeace per fermare la caccia alle balene, un attivismo che l’ha portato in giro per il mondo, e ancora la riscoperta di una cultura, quella mapuche, cui lo scrittore in parte appartiene e fonte d’ispirazione per Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà, libro appena uscito nelle librerie. «Con questa nuova favola – ha spiegato – torno al mio Cile. Dovevo raccontare di questo angolo di mondo, di un popolo che ha combattuto contro i conquistatori e che oggi si batte ancora per preservare la sua cultura. Da parte materna sono per un quarto mapuche, quindi ho avuto modo di avvicinarmi a una società che per difendersi è certamente un po’ chiusa, ma anche molto forte, determinata, caratterizzata da un profondo rispetto per la natura». E così ecco una nuova favola, come sempre adatta ai bambini ma non solo, perché come ha specificato lo stesso Sepúlveda si tratta di una letteratura «per tutti, che esprime valori fondamentali. Mi piace – ha spiegato – usare la metafora, umanizzare gli animali per dire al mondo che la vita vera è fatta di solidarietà, lealtà, fedeltà, amicizia, senso di giustizia sociale, rispetto e conoscenza del diverso. Sono valori che umanizzano l’umanità».

sepulveda (35)Infine, pronto a ricevere il Premio Manzoni, un riferimento d’obbligo allo scrittore cui il premio è intitolato: «ricordo ancora le parole di un mio professore, che leggendo passi de I Promessi Sposi ci disse: “silenzio, qui comincia la modernità della letteratura europea, anche universale”. Credo avesse pienamente ragione. Talvolta la Storia dimentica le cose importanti e recupera solo aspetti superficialmente importanti, come battaglie famose, intrighi politici. Manzoni, invece, scrive dal punto di vista della gente comune, normale, che non ha una grande parte nella Storia ufficiale. Questo rompe con la tradizione letteraria, dà una spinta alla modernità, rende la letteratura libera. Mi sento onoratissimo – ha concluso – di ricevere questo premio», cui il Comune di Lecco ha deciso di aggiungere anche la cittadinanza onoraria.

Valentina Sala

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L'autore di questo articolo

Valentina Sala

È la “flâneuse” che non smette mai di flaneggiare (?): in continuo vagabondaggio tra luoghi (certo) e soprattutto nuovi progetti da realizzare, dirige il giornale in modo non proprio autoritario (!). Ideatrice e cofondatrice de Il Flâneur, non si accontenta di un solo lavoro. Giornalista, ufficio stampa culturale, insegnante di Comunicazione, indossa l’uno o l’altro cappello a seconda delle situazioni. Laureata in Editoria con il massimo dei voti, ama approfondire il rapporto tra città e letterati (sua, infatti, la tesi sulla Parigi di Émile Zola e la Vienna di Joseph Roth), i romanzi che raccontano un’epoca, i film di François Truffaut, le grandi città e, naturalmente, il viaggio flaneggiante, specie se a zonzo per le strade d’Europa. Per contattarla: valentina.sala@ilflaneur.com