LECCO – Un libro a metà tra racconto di formazione e psicologico, tutto giocato su una divertente panoramica fisiognomica di un gruppo di amici e conoscenti, gli stessi con cui si condividevano partite di calcio e problemi dell’adolescenza. Andrea Vitali racconta, Giancarlo Vitali disegna: è l’ormai consolidato sodalizio che caratterizza la collana iVitali, una serie di libri che potremmo definire d’artista, editi da Cinquesensi e divenuti un piccolo fenomeno editoriale. Questa volta l’opera è I miracoli della Perpetua, diciassettesimo titolo della collana che nella serata di giovedì 27 ottobre (dalle 21) sarà presentato a Palazzo Falck, nell’ambito della rassegna Lecco città dei Promessi Sposi. Una serata che vedrà la presenza dello stesso autore del racconto, Andrea Vitali, e della figlia di Giancarlo, Sara Vitali, titolare della casa editrice che dal 2010 pubblica la citata collana di narrativa illustrata.
Il nuovo racconto, quindi, uscito proprio questo mese di ottobre 2016 e che punta su un espediente narrativo «divertito e divertente – si legge nella presentazione del volume – che permette a Vitali una sarcastica eppure affettuosa carrellata fisiognomica di un gruppo di suoi coetanei, quelli che giocavano a pallone con lui, relegandolo in porta per poco riconosciute qualità tecniche pallalpiede, se non addirittura nel ruolo, ancor meno gradito ma, col senno di poi, quasi profetico, di massaggiatore e spugnatore di compagni infortunati. Una sorta di primissima palestra per la sua futura professione di medico».
Una sarcastica e affettuosa panoramica, si diceva, che passo dopo passo va al sodo, estrapola da ognuno quello che è l’aspetto più vistoso e ridicolo, bolla i personaggi con epiteti o soprannomi provenienti dal mondo animale. «Una carrellata “difettata” – si legge ancora – che ritroviamo sovente nelle umane sembianze del globo. Ma si parla, in ultima analisi, soprattutto d’impaccio giovanile e d’insicurezza nei rapporti fra maschi e maschi, fra maschi e femmine, fra femmine e femmine in quel tempo così difficile che definiamo adolescenza. Per questo racconto la matita e il pennello di Giancarlo Vitali scelgono la strada, tecnicamente abilissima, di una raffigurazione svelta e semplificata nelle forme e di fresco effetto figurativo e cromatico, rappresentando un bestiario, che soprattutto in certi virtuosi passaggi, pare originare da un’unica linea che subito s’inarca, si torce, si piega, sale, scende, stonda, spigola, si chiude».