“Shahrazād”: “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar
Un viaggio dentro l’uomo, tra le imprese gloriose di Roma Eterna

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Inauguriamo oggi una nuova rubrica. Si tratta di Shahrazād, uno spazio che dedicheremo a recensioni e spunti letterari. In perfetto stile flâneur, vagabonderemo tra le più diverse storie della Letteratura, faremo un salto in epoche e luoghi lontani, ci lasceremo stupire dalla bellezza: grandi classici e novità editoriali, letture e storie in cui perdersi per “sopravvivere”…

La redazione

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano, Einaudi

Un viaggio dentro l’uomo, tra le gloriose imprese di Roma Eterna,  con vista Antica Grecia.

Dentro la corrente inarrestabile della Storia, noi siamo piccoli tasselli, frutti acerbi di un futuro sconosciuto, figli inconsapevoli di un passato antico, tanto cruento quanto meraviglioso. Ci immergiamo nelle acque di quello stesso Tempo che ha lambito i fianchi dei grandi pensatori greci, dei filosofi, dei poeti padri di eroi; quel Tempo che ha visto sorgere l’alba prima chiara poi sempre più intensa di Roma e del suo Impero, che ha dato linfa a uomini reali sublimati in leggenda, che ha accarezzato l’idea di eternità, di cultura che unisce, di forza e di grandiosità. Siamo eredi di una civiltà traboccante di splendore,  di una bellezza inarrivabile, coltivata per secoli da uomini come noi, e ce ne dimentichiamo.

memorie-di-adrianoMarguerite Yourcenar con la sua opera capolavoro ci aiuta a ricordare e a tenere presente il nostro passato, un passato che tutti condividiamo. Torniamo indietro nel tempo, all’età dell’imperatore Adriano, e ci meravigliamo nell’osservare la delicata grandiosità di Roma, civiltà porosa, multiforme, stratificata e amante delle altre culture, soprattutto di quella greca.

L’autrice fa di più: ci insinua, nostro malgrado, nella testa di un imperatore, che è prima di tutto uomo; ci fa leggere i suoi pensieri, ci svela impietosamente le sue paure; ci fa toccare le sue ossessioni, vivere i suoi amori e quasi provare  i suoi dolori.

Memorie di Adriano è più di una biografia, più di un romanzo storico. Anni di studi, di ricerche, di appunti tratti da enormi volumi sparsi in varie biblioteche nel mondo, scritti, riletti e accartocciati; viaggi sopra i luoghi, letture fatte attraverso gli occhi di un abitante del II secolo, momenti di scrittura frenetica intervallati da grandi pause hanno fatto sì che Adriano divenisse una conoscenza intima della scrittrice, la vita dell’imperatore un libro aperto di cui conoscere ogni singola parola: «La vita di mio padre la conosco meno di quella di Adriano», scrive nei suoi appunti.

Un bagno nella Storia, dentro la cultura classica con occhi spalancati e trattenuto respiro. Quello che Marguerite Yourcenar ci regala è un viaggio nel tempo e dentro l’uomo. Un romanzo storico e un memoir autobiografico, dalla forma epistolare, intima e perfetta: entriamo in un rapporto empatico con l’imperatore, verso il quale, ad ogni modo, non possiamo fare a meno di provare rispetto reverenziale.

L’autrice, con questo suo lavoro annoso e cullato come figlio, ci mostra come ogni viaggio, fisico o mentale, reale o virtuale,  insegni e aiuti a crescere: dopo questa lettura,  già di per se stessa viaggio, ci sentiamo pieni, arricchiti di parole, di esperienze, di emozioni. Il percorso dentro l’anima di Adriano è una sorpresa, un’indiscrezione quasi imbarazzante dapprima, poi una strada affezionata ed irrinunciabile.

Leggere è, ogni volta, vivere un’altra vita. Leggere Memorie di Adriano è esplorare un intreccio di vite calate nella Storia e amplificate nel ricordo e nella rievocazione di una grande scrittrice.

Claudia Farina

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L'autore di questo articolo

Claudia Farina

È la più piccola dei flâneurs, con una chioma ribelle e un sacco di sogni. Fin da bambina innamorata del racconto e delle parole, saltella tra una storia e l’altra, tra la pagina e la vita. Laureata in Lettere Moderne, è alla ricerca costante di nuove ispirazioni e di luoghi dove imparare. La tesi sulla narrazione nella musica di Wagner è stata un colpo di testa (e un colpo di fulmine!). Suona il clarinetto da (un po’ meno di) sempre, ama la musica, l’amicizia quella vera, la natura, lo stupore e la Bolivia, che porta nel cuore. Crede negli incontri che cambiano la vita e la rendono speciale, come quello con Il Flâneur! Pensa molto (forse, troppo). Le piace viaggiare e scoprire il mondo, fuori e dentro i libri. Nella scrittura si sente a casa ed è convinta che la cultura, passione ribelle, sia davvero in grado di cambiare il mondo.