ARCHIVIO – “Un’estate a Palermo” di Alessandro de Lisi: con il Consorzio Villa Greppi la presentazione del libro in anteprima nazionale. Appuntamento online

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Estate 1985. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino raggiungono l’Asinara, sede del penitenziario di massima sicurezza e luogo i cui insieme scriveranno parte dell’importante istruttoria del maxi processo contro Cosa Nostra. Intanto, in una Palermo assuefatta alle bombe, al clientelismo e al pizzo si muove un personaggio di fantasia: il capitano Carlo Farkas, figlio di esuli istriani che collaborerà con i due magistrati. Si tratta del nuovissimo libro dello scrittore e giornalista Alessandro de Lisi: un volume dal titolo “Un’estate a Palermo. 1985. Quando i boss persero la partita” (Nuovadimensione), uscito giusto lo scorso 23 ottobre e protagonista – mercoledì 28 ottobre alle 20.30 – della presentazione in anteprima nazionale organizzata dal Consorzio Brianteo Villa Greppi con il patrocinio della Fondazione Giovanni Falcone.

Un appuntamento che, nel rispetto del Dpcm firmato lo scorso 25, si terrà a porte chiuse e che verrà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul sito www.villagreppi.it. Una serata che vedrà dialogare con l’autore, ospite nell’Antico Granaio di Villa Greppi, il responsabile dell’area Cultura del Consorzio Villa Greppi Massimo Mazza e che stando alle anticipazioni potrà contare anche su un intervento in video della Professoressa Maria Falcone, sorella di Giovanni, Presidente della Fondazione Falcone e autrice della prefazione del libro di de Lisi.

«Villa Greppi – spiega Marta Comi, Presidente del Consorzio – continua nel percorso di promozione della cultura della legalità attraverso la presentazione di questo libro, sperando di contribuire allo sviluppo di una nuova consapevolezza e di un accrescimento della conoscenza del fenomeno mafioso. Siamo onorati del patrocinio accordato a questo appuntamento da parte della Fondazione Falcone e lieti di poter ospitare, insieme all’autore del libro, anche la Professoressa Falcone in collegamento video».

“Un’estate a Palermo”, quindi: un volume che si preannuncia essere un viaggio negli anni della Palermo insanguinata e, come si legge nella presentazione, «nelle vite blindate degli uomini dello Stato che dichiarano guerra ai clan». Un ritorno, come anticipato, all’estate in cui Falcone e Borsellino scrissero l’ordinanza-sentenza del maxiprocesso, primo atto d’accusa contro la mafia: un intreccio di fatti reali e personaggi di fantasia per un romanzo generazionale che racconta la vita dei magistrati e di chi è stato loro accanto.

«Volevo scrivere questo romanzo da tempo – racconta l’autore – convinto che quegli anni Ottanta (Milano da bere, Roma da mangiare e Palermo da morire) siano stati determinanti per la politica stragista di Cosa Nostra, in accordo questa con il volere di certe “menti raffinatissime” di traditori dello Stato. Il primo pensiero, nella programmazione della scrittura, è stato ovviamente di rispetto verso i protagonisti di allora Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, molti altri e col dovere di cura per loro e verso il modello culturale investigativo che perseguivano, così come scrivere e rappresentare quindi questo sentimento di debito morale inestinguibile senza venire meno all’ironia e alla combattiva verticalità dei personaggi storici. Alla fine – aggiunge – un fatto determinante mi ha convinto a scrivere d’un fiato: il Covid 19, con l’inopportuno recente decreto del Ministro della Giustizia che ha dato la possibilità ai boss di tornare a casa per evitare il contagio. Molti di questi boss di Cosa Nostra erano ancora in carcere grazie alle condanne del primo maxi processo di Palermo, scarcerati per il virus seppur in isolamento, come prevede il 41Bis dell’Ordinamento Penitenziario nei casi di condanna per associazione di tipo mafioso».

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