LECCO – Un concerto tutto al femminile quello che si terrà mercoledì 8 marzo all’interno dell’Auditorium della Casa dell’Economia di Lecco. Penultimo appuntamento con la Stagione Sinfonica 2016-2017, la serata vedrà infatti esibirsi un quartetto d’archi composto da Lycia Vigano (violino), Adriana Ginocchi (violino), Miho Yamagishi (viola) e Nadia Bianchi (violoncello), tutte musiciste dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano. A partire dalle 20.30, la formazione eseguirà un interessante programma che andrà dal Quartetto op 18 n.4 in Do minore di Ludwig van Beethoven al Langsamer Satz di Anton Webern, per concludersi con il Quartetto in Mi bemolle maggiore di Fanny Mendelssohn Hensel. Un programma vario, che percorrerà la storia della musica dall’inizio dell’Ottocento fino all’inizio del XX secolo.
Si parte, come detto, con i sei Quartetti op. 18 di Beethoven, composti tra il 1798 e il 1800 e dedicati a uno dei più influenti amici del grande musicista: il principe Franz Joseph Lobkowitz. «Il primo movimento Allegro, ma non tanto – spiegano dalla Verdi – è costituito da due temi che si rincorrono fra di loro, ma non in senso dialettico. Anzi, affiora un tono distensivo e consolatorio da cui emerge una frase cantabile del primo violino su uno staccato del violoncello, quasi ad indicare una imitazione dello stile di Haydn. L’Adagio viene sostituito da un Andante scherzoso quasi Allegretto, che, dopo la rituale esposizione, presenta uno sviluppo in forma di fugato. Il Minuetto ripropone la tonalità di do minore e passa al la bemolle nel Trio. Il Finale contiene ben sette esposizioni del materiale tematico, con due episodi secondari. La sesta esposizione ha un carattere fortemente contrappuntistico, pur tra piacevoli armonie di settecentesca eleganza».
Con un salto temporale di più di un secolo, si passa al Langsamer Satz di uno dei padri della Seconda Scuola di Vienna: Anton Webern. Composto nel 1905, il Movimento lento può rappresentare bene il punto di passaggio tra la musica ottocentesca e le composizioni che caratterizzeranno il Novecento. «In questa pagina – spiega infatti il musicologo Fabrizio Scipioni – si osserva proprio il momento di trapasso dalle forme tradizionali dell’Ottocento alle nuove strutture che saranno alla base della musica del Novecento. Perfettamente consapevole dell’eredità del passato – prosegue Scipioni – il compositore utilizza la forma-sonata con temi melodici contrapposti e armonie ben identificabili (Do minore e Mi bemolle maggiore su tutte) ma l’uso che ne fa è decisamente moderno. La musica, anziché convergere sempre verso un punto di riferimento saldo, spinge continuamente verso direzioni inaspettate».
Azzeccata chiusura del concerto sarà, infine, l’unica composizione della serata realizzata da una donna, ossia il Quartetto in Mi bemolle maggiore (composto nel 1834) di Fanny Mendelssohn Hensel degna sorella di uno dei geni della musica del primo romanticismo: Felix Mendelssohn. Una musicista stimata durante la sua vita, la compositrice, tanto che le sue matinée nel palazzo di famiglia a Berlino erano frequentate da alcune delle più importanti personalità artistiche dell’epoca, come Goethe, Heine, Liszt, Clara Schumann e Bettina von Arnim.
«Il Quartetto in Mi bemolle maggiore – riprendono dalla Verdi – può essere inteso come un unico insieme coordinato, piuttosto che come la successione di quattro movimenti distinti. Nel movimento iniziale, Adagio ma non troppo, si entra in piano con figure di ottave nel registro grave, prima dell’attacco del primo tema di carattere drammatico esposto dal violoncello. Come consueto nella forma sonata, si modula verso il secondo tema, più lirico con tremoli, al quale segue un episodio in minore prima della sezione di elaborazione e la ripresa»
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.