RADIO FLÂNEUR – “Appunti Partigiani” dei Modena City Ramblers. A 15 anni di distanza la ristampa dello storico disco sulla Resistenza

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«L’idea degli “Appunti Partigiani” non nasce solo dalla voglia di ricordare e celebrare i sessant’anni della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. L’art.1 della Costituzione italiana non è l’epitaffio sulla lapide di un periodo morto e sepolto, ma il concetto portante su cui le generazioni, e non solo quella che ha vissuto la guerra, devono formare i loro principi e valori morali. Ricordare e raccontare le piccole e grandi storie di partigiani, di chi ha lottato a rischio della propria vita e delle vittime innocenti, deve contribuire alla costruzione di una società con una forte coscienza civile, di libertà e solidarietà. Le canzoni di questo disco non appartengono tutte al repertorio dell’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Ci sono nostri brani riarrangiati per l’occasione e brani di altri artisti composti in tempi recenti o comunque successivi alla Liberazione. Ripercorrendo questi sessant’anni di musica resistente, la nostra scelta è andata sulle canzoni che abbiamo sentito in vari modi più vicine».

Così scrivevano i Modena City Ramblers nel 2005 per presentare Appunti Partigiani, il disco corale sulla Resistenza realizzato insieme a tanti artisti e amici, ristampato e ripubblicato proprio in questi giorni in concomitanza con il 25 aprile, con i 15 anni esatti dall’uscita del disco, ma soprattutto con la necessità di rendere nuovamente disponibile sul mercato un album che da tempo ormai era fuori catalogo e quindi introvabile. Discendente diretto di Materiale Resistente 1945-1995 – progetto nato 10 anni prima dalla collaborazione fra gruppi della cosiddetta scena rock alternativa come CSI, Gang, Marlene Kuntz e gli stessi MCR – Appunti Partigiani vede la collaborazione di diverse band e cantanti italiani e internazionali che duettano coi Modena in alcune delle più belle canzoni ispirate a fatti, eventi o personaggi legati alla lotta di Liberazione dal nazifascismo in Italia.

Se è impossibile non cominciare questo racconto dedicato alla Resistenza con l’immancabile Bella ciao – a cui gli stessi Modena diedero nuova linfa nel loro disco d’esordio del 1994, che qui viene riproposta dal vivo assieme a Goran Bregovic e alla sua Wedding and Funeral Band – il primo vero pezzo da novanta arriva subito dopo: La canzone del bambino nel vento, meglio nota come Auschwitz, viene presentata in una splendida versione acustica e cantata nientedimeno che insieme all’autore Francesco Guccini! Rivisitazione in salsa irlandese anche per un altro canto della Resistenza italiana, quella Oltre il ponte scritta da Italo Calvino nel 1958 e musicata l’anno successivo da Sergio Liberovici: per l’occasione, Cisco e compagni si fanno accompagnare dall’attore e scrittore Moni Ovadia, realizzando una versione molto irish di questo famosissimo brano tradizionale. A una festa resistente di questo calibro non potevano certo mancare due tra le band che più di tutte sono state da sempre vicine alla filosofia musicale e al pensiero dei Modena City Ramblers: la Bandabardò, che nelle persone di Erriquez e Finaz firma la collaborazione sul celeberrimo I ribelli della montagna, ma soprattutto i Gang dei fratelli Marino e Sandro Severini, che portano in dono ai Modena City Ramblers la loro Pianura dei sette fratelli, probabilmente una delle canzoni più intense che siano mai state scritte in Italia sul tema della Resistenza. Sempre a proposito dei gruppi presenti in questo progetto, notevole per impegno e profondità risulta la versione della Notte di San Severo cantata insieme agli autori Luca e Sauro Lanzi della Casa del Vento, coi quali il Cisco aveva già inciso nel 2001 il fenomenale disco Novecento. Molto riuscita pure la rilettura in chiave reggae de Il partigiano John realizzata insieme a Bunna degli Africa Unite, canzone che il gruppo piemontese scrisse per Materiale Resistente ispirandosi a una vicenda realmente accaduta al partigiano John, nonno di un componente del gruppo.

In Appunti Partigiani non mancano le voci femminili: Ginevra Di Marco regala una performance da brividi nel reinterpretare Pietà l’è morta dello scrittore cuneese Nuto Revelli, mentre il Coro delle Mondine di Novi si unisce alla voce di Cisco nel dialettale Al Dievel, composizione appartenente al repertorio dei Modena e dedicata alla figura del partigiano Germano Nicolini, per tutti il Comandante Diavolo. Infine, Fiamma – al secolo Silvia Orlandi, cantante fino al 2005 del gruppo Fiamma Fumana – dà voce ai sentimenti di Liliana Del Monte, L’unica superstite di una rappresaglia delle SS alla Bettola vicino a Reggio Emilia, a cui si ispira l’omonima canzone scritta dai Modena City Ramblers nel 1996.

Nell’album dedicato alla Lotta di Liberazione, non mancano poi ospiti stranieri del calibro di Billy Bragg, con il quale il gruppo emiliano si cimenta in un’arrembante All you fascists, scritta da Woodie Guthrie durante la Seconda Guerra Mondiale e musicata negli anni ‘90 proprio da Billy Bragg. Altra presenza di spicco è quella del rocker Piero Pelù, che duetta coi Modena in una versione molto sporca de La guerra di Piero di Fabrizio De André, così come eccellente è il contributo dell’attore e amico del gruppo Paolo Rossi, protagonista nella celebre Spara Jurij dei CCCP. Di fronte a tutto questo ben di Dio, non poteva certo mancare un inedito scritto appositamente dai Modena City Ramblers, che per l’occasione si rifanno al romanzo Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino per scrivere ed emozionare tutti quanti con Il sentiero, una splendida ballata dai suoni e dagli arrangiamenti tipicamente irlandesi, che di fatto segna anche l’ultima incisione in studio da parte di Cisco con la band emiliana. A chiudere Appunti Partigiani, una bellissima versione corale di Viva l’Italia di Francesco De Gregori, un classico della canzone d’autore italiana interpretato da tutti gli ospiti del disco (Cisco, Ginevra Di Marco, Piero Pelù, Bunna, Luca Lanzi, Paolo Rossi, Marino Severini, Erriquez e Morgan), scelto come finale dell’album proprio per rimarcare ancora una volta “l’Italia che resiste”.

A quindici anni di distanza ben venga la ristampa di un disco come Appunti Partigiani, che oggi come allora risulta non solo un lavoro di pura bellezza musicale e artistica, ma soprattutto un disco utile, come direbbe Marino Severini; un album fondamentale per tenere accesa la luce sulla Storia più recente del nostro Paese, per non dimenticare mai l’orrore di quel che è stato il nazifascismo in Italia, specialmente in anni bui e travagliati come quelli che stiamo attraversando, in cui troppo spesso l’ideologia fascista e un certo revisionismo sono tornati alla ribalta anche per colpa di politici che li sbandierano senza tanti problemi.

Idealmente, Appunti Partigiani è una collana di tante piccole perle che raccontano ciascuna una storia legata a quel periodo: storie di uomini come i sette fratelli Cervi o il Comandante Diavolo, che scelsero senza paura da che parte stare nella contrapposizione inevitabile tra i partigiani e i repubblichini; storie di donne sopravvissute alle rappresaglie naziste come Lilly de L’ultima superstite o i protagonisti trucidati dalle SS nella Notte di San Severo; storie di gente comune che, a seconda delle proprie possibilità e coi mezzi a disposizione, scelse di combattere l’occupazione nazifascista e contribuì così alla Liberazione dell’Italia intera. Appunti Partigiani è un sentiero, come dice l’unica canzone inedita del disco, che segna una mappa culturale della Resistenza, un affresco di storie e personaggi che ci ricordano una volta di più che, anche se son passati ormai 75 anni da quegli eventi, la storia del nostro paese libero e democratico nasce proprio “dal fuoco della rivolta e dal sogno di chi non si è arreso…”.

Matteo Manente

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