ARCHIVIO – “Capire la storia del cinema”
Le surreali animazioni di Jan Švankmajer nella lezione di mercoledì

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aliceLECCO – Animazioni caratterizzate da una profonda inquietudine, da un universo surreale, onirico, allucinato, quasi da incubo, in cui oggetti quotidiani si animano, prendono sembianze inaspettate. Il cineasta ceco Jan Švankmajer è considerato uno dei più grandi animatori di sempre: fonte di ispirazione per registi come Terry Gilliam, Tim Burton e i fratelli Quay, nei suoi numerosi cortometraggi e nei suoi sei lungometraggi dilaga un senso di inquietudine, di spaesamento. A lui, artista poliedrico, il corso Capire la storia del cinema dell’associazione Dinamo Culturale dedica il prossimo approfondimento: un appuntamento fissato per mercoledì 15 marzo alle 21 (presso il Laboratorio Aperto! del Centro polifunzionale di Lecco) e che rientra nel modulo incentrato sul Cinema d’animazione.

survivinglifeOspite della serata sarà Massimo Alì Mohammad, da anni impegnato nell’organizzazione di progetti documentaristici e cinematografici, in lezioni di cinema e cineforum. Con alle spalle una tesi di laurea incentrata proprio su Jan Švankmajer, nel corso della lezione lecchese Massimo Alì Mohammad illustrerà ai presenti tutti i segreti della produzione di un regista e sceneggiatore che ha sperimentato le tecniche più diverse – dalle marionette alla stop-motion, dall’animazione 2D alla pixilation – e che sul finire degli anni Sessanta ha preso parte del Gruppo Surrealista Cecoslovacco.

svankmajer«Švankmajer – così ne parla Giannalberto Bendazzi in Lezioni di cinema d’animazione – è pittore, scultore, autore di “oggetti tattili”, marionettista, cineasta “dal vero” e cineasta d’animazione, insomma una personalità da non restringere nella cornice di una sola disciplina. Sua stella polare è il Surrealismo, cui aderisce nel 1969 in una Praga dove l’autorità concede a fatica deviazioni dal verbo zdanoviano, e la sua ossessione sono gli oggetti (in questo senso, la sua ricerca può essere paragonata a quella di un Borowczyk). Il complesso del lavoro di questo artista sembra dedito a creare un universo piuttosto che un’opera, a costruire un sistema di segni e di sogni piuttosto che a ritrarlo. Non a caso si è sovente parlato, a suo proposito, di alchimia, nel senso originale di ricerca di creazione di una pietra nuova, quella filosofale, attraverso il mescolamento dei materiali disponibili».

L’ingresso alla lezione è libero.

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