“Cinebox”: “Mektoub, My Love – Canto Uno” di Abdellatif Kechiche.
Torrente in piena di umanità e fragilità

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TITOLO: Mektoub, My Love – Canto Uno

Regia: Abdellatif Kechiche

Cast: Shaïn Boumedine, Ophélie Bau, Salim Kechiouche, Lou Luttiau, Alexia Chardard

Genere: Drammatico, Sentimentale

Nazione: Francia

Anno: 2017

Durata: 180 min.

Formato: colore

Sceneggiatura: Abdellatif Kechiche, Ghalia Lacroix

Produzione: Quat’sous Films, France 2 Cinéma, Pathé, Bianca Film SRL, Good Films

RECENSIONE: L’adolescenza e i suoi attimi. Il sole, gli amici, le birre, i silenzi. L’amore. L’adolescenza e i suoi ritmi. Imprevedibili, prima compassati, poi svelti, in un turbinio di pensieri, sguardi, pianti e riflessioni. Abdellatif Kechiche è un cantore della bellezza ambigua, del tormento profondo di quel periodo che tutti ricordiamo diversamente e allo stesso modo. Il cinema di Kechiche ha sempre raccontato il concittadino in terra straniera, laddove per terra straniera si può intendere la giovinezza, i sentimenti, la sessualità, la disoccupazione. Il concittadino è la persona che abbiamo accanto a noi. Siamo noi stessi, in fondo, in quanto persone accanto a qualcun altro. E se con la storia d’amore fra Adèle ed Emma in La vita di Adèle Kechiche aveva sublimato la spontaneità e la naturalezza delle emozioni e della carnalità nelle due protagoniste principali, magnificamente interpretate da Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux, nel primo canto di Mektoub, My Love il regista franco-tunisino trasferisce l’esaltazione del corpo sullo sfondo dello sguardo curioso di Amin, giovane viandante del film, che nell’estate del 1994 da Parigi, dove sogna di diventare sceneggiatore, rientra nel suo paesino natìo nel Sud della Francia, per trascorrere settimane spensierate. Percorrendo la stessa strada estiva di Amin assistiamo fugacemente a un rapporto sessuale consumato clandestinamente, ci emozioniamo per una nascita inaspettata, proviamo una cotta insostenibile per una affascinante ragazza del paese totalmente invaghita di un altro e viviamo con eccitazione mista a tensione le serate goliardiche al bar o le nottate euforiche in discoteca. Mektoub, My Love è un torrente in piena di umanità e fragilità, un romanzo di formazione pervicace e sincero. Amin si lascia trasportare dalla corrente degli eventi, quasi malinconicamente e inevitabilmente attratto dal contesto del palcoscenico di vita, esuberanza e convinzione che tutto durerà per sempre. Siamo con lui quando è travolto passivamente dagli eventi, quando il suo mondo gira troppo in fretta e tra le poche consapevolezze che si possono realizzare è possibile trovare quel barlume di tranquillità. Nell’attesa di quell’attimo di gioia, in piedi sulla spiaggia mentre osserviamo il tramonto tenendoci per mano.

VOTO: 5/5

Davide Sica

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L'autore di questo articolo

Davide Sica