ARCHIVIO – 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini: a Galbiate un reading teatrale

0

di Arianna Minonzio

GALBIATE – È la notte fra l’1 e il 2 novembre 1975 quando, all’idroscalo di Ostia, viene assassinato Pier Paolo Pasolini. Da questo momento si delinea una cronaca misteriosa, fatta di testimonianze contraddittorie, che esordisce la mattina seguente con indimenticabili titolate. In un placido giorno di festa tutto il mondo intellettuale e giornalistico è in pieno tumulto, la notizia arriva e stordisce e, con il dolore, prende piede anche il sospetto di un omicidio di matrice politica.

Il giornalista Antonio Padellaro ricorda di aver ricevuto a poche ore dall’evento un’infuocatissima telefonata di Oriana Fallaci che scandiva, con la consueta autorevolezza: «Sono Oriana Fallaci. Padellaro, ascolta bene: Pasolini è stato ucciso dai fascisti. DAI FASCISTI, devi scriverlo». A quarant’anni dall’evento l’accusa non si è ancora risolta e, con lei, nemmeno le indagini.

pasolini1Forse per questo è ancora necessario conoscere il lavoro di un intellettuale poliedrico, brillante, profetico, che ci aveva sconvolto con i suoi film, indignato con i suoi articoli, poesie, romanzi. La sua polemica contro la Battaglia di Valle Giulia, ad esempio, e i suoi versi tormentosi: Avete facce di figli di papà – Buona razza non mente – Avete lo stesso occhio cattivo – Siete paurosi, incerti, disperati -(benissimo) ma sapete anche come essere – prepotenti, ricattatori e sicuri: – prerogative piccoloborghesi, amici. – Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte – coi poliziotti, – io simpatizzavo coi poliziotti! – Perché i poliziotti sono figli di poveri.

Sono accuse che rimarranno indelebili nelle coscienze, tanto lucide quanto spietati i rimproveri alla classe politica e alla società emergente piccolo-borghese, come l’ articolo delle lucciole, il film Accattone e, ancora, l’indimenticabile articolo Io so.

La biblioteca civica e il comune di Galbiate propongono un reading a cura di OssigenO Teatro tratto dai lavori di Pasolini, in programma per lunedì 2 novembre 2015 a partire dalle 20.45, presso l’Auditorium Golfari. Due attori ne ripercorreranno, infatti, l’opera poetica, «cercando di far rivivere – anticipano i promotori – le sue parole tese, amare, cariche di liricità e di verità. Sulla scena – continuano – un carrello di metallo con sopra un foglio bianco che fuoriesce da una vecchia macchina da scrivere. Una scena scarna che simboleggia tanto l’ultima poesia mai scritta quanto il vuoto letterario che ha lasciato con la sua morte violenta».

A quarant’anni dalla sua scomparsa un’occasione, quindi, per conoscere e amare un autore la cui morte ha lasciato un vuoto, «perché la tua vita – queste le parole di una lettera che Oriana Fallaci ha immaginato di rivolgere allo scrittore – non apparteneva a te e basta, alla tua sete di salvezza e basta. Apparteneva a tutti noi. E noi ne avevamo bisogno. Non esisteva nessun altro in Italia capace di svelare la verità come la svelavi tu, capace di farci pensare come ci facevi pensare tu, di educarci alla coscienza civile come ci educavi tu».

Arianna Minonzio

Share.

L'autore di questo articolo

Avatar