ARCHIVIO – Garlate: al Museo ABEGG la storia dell’agronomo russo Nikolaj Ivanovič Vavilov. Stefano Panzeri porta in scena “Semi”

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«Ma tu lo sai, da dove viene quello che hai nel piatto?», mi chiedeva, le pochissime volte che mangiava a casa.

Io non lo sapevo mai. Stavo lì con il cucchiaio di minestra a mezz’aria, che gocciolava, mentre il vapore mi faceva prudere il naso, ma non sapevo cosa rispondere. Perché per me, la minestra era nata nella pentola che stava sulla stufa dal mattino, con quell’odore di cavolo che poi ci rimaneva addosso e ce lo portavamo anche per strada, attaccato ai capelli, al cappotto e alla sciarpa, e le cipolle, o le patate, che c’erano nella minestra, al massimo potevano essere quelle del mercato, dove la mamma mi trascinava sempre a fare la spesa, fermandosi con le altre donne a lamentarsi del freddo in arrivo, tastando le pere sopra ai banchi semi vuoti.

GARLATE – La storia dell’agronomo russo Nikolaj Ivanovič Vavilov – pioniere degli studi sulla biodiversità e sul patrimonio naturalistico e culturale di tutti i popoli della Terra – portata in scena dall’attore Stefano Panzeri, qui anche alla regia. Si tratta di Semi, spettacolo scritto da Francesca Marchegiano e in programma per sabato 5 novembre alle 21 al Museo della Seta ABEGG di Garlate. Un appuntamento, questo, inserito nell’ampio progetto ABEGG un museo da vivere (direzione artistica dell’associazione BRIG – cultura e territorio, in partnership con il Comune di Garlate) e che vedrà l’attore meratese ripercorrere la vicenda dello scienziato nato a Mosca nel 1887 e morto a Saratov nel 1943, per l’intera vita impegnato nella ricerca di una soluzione al problema della fame.

Un uomo di cui oggi poco si sa: visionario, prima amato e infine odiato dal regime sovietico, Vavilov ha esplorato più di 60 Paesi, riscrivendo spesso la mappa geografica di territori fino ad allora inesplorati da dagli europei e dando vita alla prima Banca di Semi e Piante commestibili al mondo, «difesa eroicamente – come spiegano dalla produzione dello spettacolo – dai suoi ricercatori durante l’assedio di Leningrado, ed esistente ancora oggi».

Un monologo che ne ripercorre la vita, ascesa e drammatico declino, e che si propone come una riflessione sull’uso delle risorse del Pianeta e sulla biodiversità, il tutto partendo da punto di vista di Yuri, figlio di Vavilov e voce narrante di una pièce che, come sottolineano ancora gli autori, «invita a riflettere sull’importanza delle piante come fonte di vita per l’Umanità, sui sogni che si scontrano con l’ignoranza che a volte sale al potere, e sulla consapevolezza che dobbiamo avere, anche e soprattutto oggi, di fronte ad ogni scelta di acquisto e alimentazione che compiamo».

INFORMAZIONI – Ingresso libero fino a esaurimento posti. Il progetto ABEGG un museo da vivere vede come ente capofila l’associazione BRIG – cultura e territorio in partnership con il Comune di Garlate ed è finanziato da Lario Reti Holding e Fondazione Comunitaria del Lecchese (nell’ambito del “Fondo per lo Sviluppo del territorio provinciale lecchese. Interventi in campo storico-artistico e naturalistico”).

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