TRIUGGIO – La memoria, un esercizio indispensabile per non dimenticare ma anche e soprattutto un monito per il futuro, strumento che aiuta l’uomo, o almeno dovrebbe, a non commettere gli errori del passato. L’appena trascorso Giorno della Memoria nasce da questa convinzione, dall’idea che quanto avvenuto durante la seconda guerra mondiale non debba riempire solo le pagine dei libri di storia, ma debba essere ben presente nella mente di ciascuno di noi, evento incredibilmente reale che non deve perdere, nel corso degli anni, sostanza, consistenza.
Se la memoria manca, l’evento si fa lontano, difficile da comprendere per le generazioni a venire, talvolta addirittura insistente. È da quest’idea che parte lo spettacolo Zingari: l’olocausto dimenticato di e con Pino Petruzzelli (Prodotto dal Centro Teatro Ipotesi in collaborazione con il Teatro Stabile di Genova), inserito nel cartellone 2018 dei Percorsi nella Memoria del Consorzio Villa Greppi e in programma per domenica 4 febbraio alle 17.00, nella sala consiliare di Triuggio. Perché l’olocausto di cui parla l’attore e scrittore pugliese, da anni impegnato nel porre il teatro al servizio di importanti cause sociali, non sarà quello degli ebrei, bensì quello di un popolo il cui sterminio difficilmente viene ricordato: gli zingari.
Più di 500 mila, infatti, i rom e i sinti che hanno perso la vita nei campi di sterminio nazisti a causa della loro appartenenza etnica. Un genocidio nato dal pregiudizio e dal razzismo imperante nella Germania degli anni Trenta e di cui, ancora oggi, difficilmente si parla: una storia non ancora scritta e di cui, questa l’idea di Petruzzelli, è necessario prendere coscienza. Centinaia di migliaia di rom e sinti scomparsi nei Lager e dalla Storia: un miscuglio pericoloso di razze deteriorate, come li definì il dottor Robert Ritter, direttore del Centro di Ricerche per l’Igiene e la Razza, biologicamente caratterizzati da un gene dai nazisti considerato terribile: il wandertrieb, il nomadismo.
«Nei vari processi contro i nazisti responsabili di crimini contro l’umanità, primo fra tutti quello di Norimberga, mai nessuno – così si legge nella presentazione dello spettacolo – si preoccupò di sentire la testimonianza di uno zingaro. Al processo di Gerusalemme, nonostante Eichmann si fosse dimostrato consapevole delle pratiche di deportazione degli zingari, il capo d’imputazione che riguardava questo argomento venne annullato. Nessun responsabile fu chiamato a rendere conto dello sterminio degli zingari».
L’ingresso è libero sino a esaurimento posti.