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Serie televisive che mettono il buonumore. La nostra Top 3 per la quarantena

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Ironiche e divertenti; intelligenti e dal ritmo incalzante. In questi giorni di quarantena il bisogno di leggerezza si fa sentire, e se una serie tv può essere un modo piacevole per impegnare un po’ del tempo a nostra disposizione, perché non sceglierne una in grado di metterci il buonumore senza rinunciare alla qualità?

In questo articolo vi proponiamo tre serie televisive – una su Sky, una su Prime Video e una su Netflix – perfette da godersi in questo periodo difficile. Un modo per farsi qualche sana (e mai banale) risata.

Buona visione!

  • I Durrell (su Sky)

Innanzitutto le novità. Da poco disponibile su Sky (su LaEffe) la quarta e ultima stagione de I Durrell (The Durrells), la serie britannica ispirata ai tre libri autobiografici che il naturalista inglese Gerald Durrell ha dedicato agli anni trascorsi con la sua famiglia sull’isola di Corfù. Un ultimo capitolo, questo, per una serie che mette davvero il buon umore e che racconta le tragicomiche avventure di un’allegra e variegata famiglia del Dorset. Sono gli anni Trenta quando Louisa, madre rimasta vedova, sceglie di trasferirsi con i suoi quattro figli – Lawrence (sì, lo scrittore!), Leslie, Margo e il piccolo Gerry (Gerald Durrell, appunto) proprio sull’isola greca. Un cambio di vita drastico: di stagione in stagione, abbiamo visto i Durrell alle prese con nuovi amici e con un paese lontano e diversissimo dal loro, suggestiva isola dai colori che ammaliano, dal sole accecante e dai modi ben poco British. Una ricetta vincente, fatta di personaggi diversi e squisitamente tratteggiati, di humor inglese e di quella sana, decadente e romantica attitudine greca, mediterranea. Non resta che godersi le ultime puntate (o, se non l’avete già fatto, vedersi tutta la serie!).

  • La fantastica signora Maisel (su Prime Video)

Battute brillanti e il Greenwich Village da sfondo; una comicità dissacrante, con Lenny Bruce in prima linea; splendidi outfit da fine anni Cinquanta e una storia che è anche ribellione, emancipazione di una giovane donna dell’upper class. Quanti motivi possiamo darvi per immergervi nella vita dei Midge Maisel? Da alcune settimane è disponibile su Prime Video la terza stagione di La fantastica signora Maisel (The Marvelous Mrs Maisel), che dopo aver fatto incetta di Emmy Awards e di Golden Globe (Miglior serie commedia o musicale nel 2018 e Miglior attrice in una serie commedia o musicale sia nel 2018 che nel 2019) con i primi due capitoli torna a raccontarci un po’ della New York – e non solo – di fine anni Cinquanta. Scritta e diretta da Amy Sherman-Palladino (la stessa di “Una mamma per amica”), la serie ha per protagonista Miriam “Midge” Maisel, all’inizio casalinga perfetta (con famiglia perfetta, casa perfetta, immagine perfetta) e poi, di puntata in puntata, improvvisata, brillante e ben poco politically correct stand-up comedian nei club del Greenwich Village. E le atmosfere sono proprio quelle: tra luci soffuse, sale fumose, avventori più o meno molesti e agenti squattrinate (Susy!) che ne riconoscono sin da subito la bravura, Midge darà sfogo a un talento mai scoperto prima e si avventurerà su strade nuove, inaspettate, lontane dai canoni imposti dalla società. Insomma, una serie da vedere se siete amanti di dialoghi incalzanti, battute sarcastiche e ambientazioni da American way of life. Tutta (fino alla terza stagione) disponibile su Prime.

  • Il metodo Kominsky (su Netflix)

Comicità e malinconia si danno appuntamento su Netflix con Il metodo Kominsky, serie che nel 2019 si è aggiudicata due Golden Globe (Miglior serie commedia o musicale e Miglior attore in una serie commedia o musicale a Michael Douglas) e che porta insieme sul piccolo schermo la coppia di amici Sandy Kominsky e Norman Newlander, rispettivamente interpretati da Michael Douglas e Alan Arkin. Due stagioni scritte e prodotte da Chuck Lorre per una serie divertente e fine, dove le risate sono intelligenti e si intrecciano a problemi di vita reale, in cui le battute dei personaggi e l’ironia che caratterizza ogni puntata celano sentimenti quali la nostalgia, la mancanza, il tempo che passa. Tra Sandy – ultra settantenne in passato attore e fondatore di una scuola di recitazione, dove insegna seguendo un metodo che prende il suo nome – e Norman c’è un’amicizia di lunga data: un rapporto schietto, fatto di un incessante botta e risposta sarcastico, ma anche di sostegno dinanzi alle prove della vita. Un flusso di argute prove dialettiche e di ironia nel più squisito stile ebraico, schermo dietro cui nascondere, talvolta, le proprie emozioni, i timori sulla vecchiaia che avanza, sulla salute che traballa, sulle persone amate che se ne vanno.

Valentina Sala

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L'autore di questo articolo

Valentina Sala

È la “flâneuse” che non smette mai di flaneggiare (?): in continuo vagabondaggio tra luoghi (certo) e soprattutto nuovi progetti da realizzare, dirige il giornale in modo non proprio autoritario (!). Ideatrice e cofondatrice de Il Flâneur, non si accontenta di un solo lavoro. Giornalista, ufficio stampa culturale, insegnante di Comunicazione, indossa l’uno o l’altro cappello a seconda delle situazioni. Laureata in Editoria con il massimo dei voti, ama approfondire il rapporto tra città e letterati (sua, infatti, la tesi sulla Parigi di Émile Zola e la Vienna di Joseph Roth), i romanzi che raccontano un’epoca, i film di François Truffaut, le grandi città e, naturalmente, il viaggio flaneggiante, specie se a zonzo per le strade d’Europa. Per contattarla: valentina.sala@ilflaneur.com