“Marte e Nettuno”: il nuovo singolo di Pier Frau.
L’intervista al cantautore lecchese

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Marte e Nettuno. Gli opposti, quelli che non è vero che si attraggono, metafora di una storia d’amore personale. È da poco disponibile su tutte le piattaforme online il nuovo singolo del giovane cantautore lecchese Pier Frau: un brano, Marte e Nettuno, dal sound indie-pop moderno e che esce a distanza di circa un anno e mezzo dal disco di esordio, Ma dove vai?. Chitarrista e cantante, Pier Frau – all’anagrafe Pierluigi Frau – si sta muovendo nel mondo della musica proponendo un mix di funky, rock e cantautorato, con pezzi interamente in italiano che parlano di vita, sentimenti e relazioni personali.

Pier Frau, è la prima volta che ti intervistiamo su Il Flâneur: ti va di raccontarci un po’ della tua storia?

Sono nato a Cagliari e nel 2002 mi sono trasferito a Lecco, dove ho frequentato le scuole. Sin da giovanissimo ho sempre avuto la passione per la musica e un obiettivo: riuscire, prima o poi, a vivere di quello. Tutti i lavori svolti fino ad ora sono stati, infatti, un mezzo per avvicinarmi a questa meta, un modo per sostenere economicamente il mio sogno.

Un sogno che ha avuto inizio già alle scuole medie…

Sì, è lì che mi sono avvicinato alla musica per la prima volta: insieme ad alcuni amici abbiamo dato forma a una band hard rock, i Midnight Train, di cui ero la voce solista. Dopo sette anni insieme, abbiamo deciso di separarci e di provare a intraprendere, ciascuno, la propria strada. Così ho avuto modo di indagare meglio il mio mondo musicale, molto più melodico rispetto a quello degli altri componenti della band, e ho iniziato a scrivere da solo le mie canzoni. Devo dire che specialmente all’inizio non erano un granché, ma in seguito ho cominciato a studiare, a impegnarmi maggiormente con la chitarra, prima da solo e poi grazie all’incontro decisivo con Stefano Fumagalli, musicista e producer lecchese con cui nel 2008 ho dato vita al mio progetto solista. Lui mi ha seguito in tutto, mi ha fatto crescere.

All’inizio eri accompagnato da una formazione molto numerosa…

Sì, era composta da otto elementi e comprendeva una sezione fiati ispirata al funky rock, un po’ alla Zucchero. Dopo un anno, però, ho cambiato strada, mi sono avvicinato di più al mondo pop, quello che prediligevo, e l’ho fatto insieme a una band più ridotta nel numero, anche più semplice da gestire. Il 2019 è stato l’anno dei miei primi singoli e dell’album di esordio, Ma dove vai?.

Quali sono le tue principali influenze?

Sono cresciuto ascoltando le canzoni di Ramazzotti in macchina con mio padre e, volente o nolente, è un imprinting pop che mi porto ancora dietro. Oggi ascolto prevalentemente indie pop italiano, anche se il mio vero amore arriva dal blues, dal funky e dal soul americano, da Stevie Ray Vaughan a Stevie Wonder.

Veniamo ora al tuo nuovo lavoro, secondo singolo dopo i pezzi contenuti nel tuo primo disco. Si tratta di “Marte e Nettuno”, un brano scritto come sempre da te e prodotto da Stefano Fumagalli. Ce lo descrivi?

È per prima cosa una canzone d’amore. Mi sono ispirato ai pianeti di Marte e Nettuno, che nell’astrologia ogni volta che sono in congiunzione provocano uno stato di confusione e smentiscono il famoso detto che gli opposti si attraggano. Nella realtà è infatti molto difficile che due persone riescano a incontrarsi se sono veramente diverse. È anche una storia personale, un amore malinconico e nostalgico, una dedica spudorata alla protagonista della canzone a cui, nonostante abbia fatto scelte devastanti per me, auguro, anche nel pezzo, di stare bene ed essere felice. Dal punto di vista musicale abbiamo scelto un sound indie-pop moderno e radiofonico, ma sempre con un miscuglio di quel groove e quel funky che mi ha sempre rappresentato.

Cos’è cambiato rispetto ai tuoi lavori precedenti?

Marte e Nettuno è la prima canzone scritta dopo la registrazione del primo album. In questo brano c’è la nuova direzione che sto cercando di dare alla mia musica: una linea più matura e contemporanea, e allo stesso tempo più radiofonica.

Si tratta del secondo singolo dopo il tuo primo album. Stai già lavorando a un altro disco? 

Diciamo e speriamo di sì. Questo è un singolo che ne precede altri due che usciranno rispettivamente questa estate e in autunno. L’obiettivo è sicuramente quello di uscire nel 2022 con un nuovo album.

Per quest’estate, Covid permettendo, pensi di tornare a suonare dal vivo?

Spero proprio di sì, iniziando magari a proporre i miei nuovi pezzi in versione acustica.

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L'autore di questo articolo

Daniele Frisco

È il flâneur numero uno, ideatore e cofondatore del giornale. Seduto ai tavolini di un qualche bar parigino, lo immaginiamo immerso nei suoi amati libri, che colleziona senza sosta e che non sa più dove mettere. Appassionato di Storia e, in particolare, di Storia culturale, è un inarrestabile studente (!): tutto è per lui materia da conoscere e approfondire. Laurea? Quale se non Storia del mondo contemporaneo?! Tesi? Un malloppo sul multiculturalismo di Sarajevo nella letteratura, che gli è valso la lode. Travolto da un vortice di lavori – giornalista, insegnante di Storia, consulente storico e istruttore del Basket Lecco – tra una corsa di qua e una di là ama perdersi nel folk-rock americano, nei film di Martin Scorsese e di Woody Allen, nella letteratura mitteleuropea e, da perfetto flâneur, nelle strade della cara e vecchia Europa. Per contattarlo: daniele.frisco@ilflaneur.com