In occasione della mostra del Coni dedicata ai 100 anni di sport sul territorio lecchese (qui l’articolo), Il Flâneur, media partner dell’iniziativa, vi guida alla scoperta delle varie federazioni sportive. Uno speciale che di puntata in puntata racconterà storia, aneddoti, successi. Oggi parliamo di pugilato.
MANDELLO – Se esiste un comune nel territorio lecchese che rappresenta la storia del pugilato sul territorio, quello è sicuramente Mandello del Lario. Siamo negli anni del dopoguerra e la Società Pugilistica Lecchese, che stava raccogliendo diverse adesioni tra i giovani, decide il trasferimento in uno spazio più idoneo messo a disposizione dall’Oratorio del Sacro Cuore di Mandello.
Nasce così la Società Pugilistica Mandellese – Moto Guzzi, che in breve tempo riesce a diventare uno dei centri pugilistici più importanti della Lombardia e ad aprire, grazie anche all’impegno di Renato Corbetta, palestre ad Asso, Canzo, Sondrio e Chiavenna, oltre ad assorbire la Pugilistica Lecchese con i suoi atleti allenati da Giulio Frigerio e la Boxe Bergamo con gli istruttori Stagni e Stalletti.
Gli anni Sessanta sono quelli d’oro per la boxe mandellese e sono strettamente legati alla figura di Firmino De Marcellis, il quale, dopo essere stato istruttore, decide il passaggio al professionismo, diventando il procuratore di Carlo Pini di Tirano e di Silvio Boschi di Mandello. È il momento del boom: sempre più atleti scelgono di allenarsi a Mandello e i grandi risultati non tardano ad arrivare.
Ermanno Fasoli viene infatti scelto per rappresentare l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo del 1964, ma è solo la punta di un iceberg. Guidati da Pinuccio Fasoli, per quanto riguarda i dilettanti, e da De Marcellis e Gottardo Targa, per i professionisti, i pugili della società mandellese conquistano infatti diversi titoli italiani: Luigi Boschi (Pesi Mosca), Ugo Poli pesi (Pesi Piuma), Biagio Pierri (Pesi Piuma e un incontro per il titolo europeo), Ermanno Fasoli (Pesi Welter), Aldo Bentini (Pesi Welter), Mario Almanzo (Pesi Medio Massimi) e Armando Zanini (Pesi Massimi). Da citare anche altri ottimi pugili che hanno sfiorato traguardi importanti, come Pierino Meraviglia, Aldo Mondora, Fernando Ripamonti e Guido Berlinghieri.
Mandello diventa un punto di riferimento per la boxe nazionale e molti pugili lo scelgono come luogo di allenamento. Firmino De Marcellis riceve numerose richieste da manager italiani e stranieri per la preparazioni di atleti per match di livello mondiale ed europeo. Un clima, questo, che non fa che accrescere il prestigio del comune lariano, che presto diviene sede di diverse manifestazioni pugilistiche, organizzate dalla neonata Organizzazione Mandellese Boxe.
Con il ritiro di De Marcellis, la società sportiva e il movimento pugilistico non riescono più a produrre i risultati degli anni d’oro e negli ultimi decenni il pugilato non sembra più attrarre i giovani come negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta. Solo ultimamente, grazie al lavoro di Roberto Corradi, sono state organizzate alcune manifestazioni che cercano di risvegliare l’interesse per uno sport che in provincia sembrava essere dimenticato.