In mostra alla Galleria Melesi “Grovigli?”, opere babeliche di 14 artisti

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LECCO – Opere come aggrovigliate, caotiche, babeliche. Sculture in rete metallica e chine, fili di lino e collage, scritture prelogiche e violenti segni su fotografie. Scultura, disegno, scrittura e fotografia, media diversi per esprimere quello stesso disordine, caos, flusso incondizionato della creazione. Metafora, forse, della contemporaneità. È stata inaugurata sabato 6 settembre e sarà visitabile sino al 31 ottobre la mostra Grovigli? Scritture, segni, sculture (qui la recensione), un’esposizione che all’interno degli spazi della Galleria Melesi di via Mascari 54, a Lecco, proporrà una selezione di lavori realizzati da artisti di generazioni e nazionalità diverse scelti tra gli autori della galleria, uniti a nuove proposte, anche emergenti.

Comun denominatore delle opere esposte, come anticipato, proprio quel loro presentarsi come aggrovigliate, pur nascondendo «un rigore teorico-pratico – anticipano dalla Galleria Melesi – concretizzato nel riordino, nella ri-creazione dell’opera in un nuovo mondo o realtà-altra, compiuta e ordinata». Ma a legare le opere in mostra non sarà soltanto un’analogia visiva, formale, magari casuale: per quasi tutti gli artisti presenti in galleria quello del groviglio rappresenta, infatti, un tema sperimentato e sviluppato per anni, talvolta decenni, distinguendosi come una delle principali caratteristiche dei rispettivi percorsi artistici.

"Codice muto" di Corrado Bove

“Codice muto” di Corrado Bove

ARTISTI IN MOSTRA – Esposte, quindi, opere di artisti provenienti da Paesi diversi, dalla Germania alla Repubblica Ceca, dalla Danimarca all’Italia, dall’Austria sino alla Russia e, addirittura, il Perù; alcuni artisti storici, altri emergenti; tutti, comunque, chiamati a riformulare un linguaggio, pur con processi operativi diversi. Si spazierà, quindi, dalla ricomposizione scultorea di frammenti cartacei e oggettuali nei collage dell’artista ceco Jiří Kolář (1914-2002) alle matasse filiformi e intrecciate presenti nei dipinti di Emilio Scanavino (1922-1986); dai nodi del peruviano Jorge Eielson (1924-2006) ai segni violenti sulle fotografie dell’austriaco Arnulf Rainer (1929); dalle vorticose scritture prelogiche della tedesca Irma Blank (1934) ai grovigli virtuali nelle costruzioni cinetiche di Gianni Colombo (1937-1993).

Opere di Eva Sørensen e Gaspare

Opere di Eva Sørensen e Gaspare

E poi ancora le cancellature segniche su pagine di giornali firmate dal russo Dmitrij Prigov (1940-2007), i grovigli in rete metallica nelle sculture di Corrado Bove (1974) e le linee dense e riordinate nelle chine della danese Eva Sørensen (1940). Accanto a loro in mostra anche i tracciati sovrapposti su tre fogli di carta semitrasparente nelle nuove vedute urbane della tedesca Elisabeth Scherffig (1949) e le forme tortili e sinuose delle composizioni dell’artista altoatesino Eduard Habicher (1956), senza dimenticare gli inchiostri rimescolati nelle pagine di riviste di Valentino Albini (1959), le tracce cieche su carta velina tramite carta carbone di Emanuele Becheri (1973) e, per finire, un’opera con fili di lino nero firmata da Gaspare (1983).

INFORMAZIONI TECNICHE

Dal 6 settembre al 31 ottobre. Inaugurazione sabato 6 settembre alle 18

Galleria Melesi, via Mascari 54 – Lecco

Orari: da martedì a sabato dalle 16 alle 19; altri orari su appuntamento

info@galleriamelesi.com, www.galleriamelesi.com

 

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