ARCHIVIO – “Esperidi”: domenica e lunedì la chiusura con “La danse des amants”

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OLGINATE – La sera del ballo d’estate, un non precisato anno del mille e novecento e un paese molto piccolo, dove, nonostante una guerra in corso, non accade nulla. Queste le premesse di La danse des amants, lo spettacolo conclusivo della rassegna teatrale Il Giardino delle Esperidi, che andrà in scena in prima assoluta a Consonno (Olginate) domenica 29 e lunedì 30 luglio, sempre alle 21.

danse 2gSiamo a Mirnastorno, un paese così piccolo che gli aerei da guerra non riescono a trovare e che non può nemmeno fornire uomini al conflitto in corso in quanto lì di strade non ce ne sono, neanche per andarsene. Centro della vicenda è una sera delle più attese nel paesino, quella del ballo d’estate, quando tutti sono pronti per i corteggiamenti. Una sera che, però, farà emergere tutto quello che non si dovrebbe dire né sapere e in cui l’amore, in tutte le sue forme, è protagonista assoluto, sia nel bene che nel male. La danse des amants vuole essere, quindi, un’occasione per parlare d’amore attraverso le storie dei personaggi, ma anche per mettere in luce la capacità di sopportazione di tutti, perché a Mirnastorno, nonostante la guerra, si continua a ballare e a fare festa. Una festa alla quale anche il pubblico presente verrà invitato a prendere parte, danzando, mangiando e bevendo insieme ai protagonisti.

danse 3Il piccolo borgo di Consonno sarà, quindi, luogo ideale per uno spettacolo che nasce proprio dall’esigenza di visitare territori non convenzionali (come Mirnastorno, verrebbe da dire): raccolti centri urbani e piazze di paese in cui è più facile dare vita a un rapporto diretto con il pubblico. Un pubblico che, esattamente come i personaggi dello spettacolo, è abituato a sopportare. «La danse des amants – commenta, infatti, la regista Sara Sole Notarbartolo – è sì un modo per parlare d’amore scoprendolo in tante storie diverse, possibili, paradossali e familiari, ma allo stesso tempo è un modo per parlare della nostra capacità di sopportazione, sia sentimentale che sociale, del nostro modo di abituarci a tutto, a ogni sorpresa, a ogni sofferenza, a ogni scandalo e sconvolgimento. Noi tutti, come i personaggi di Mirnastorno, continuiamo a danzare, da anni, forse da sempre, qualsiasi cosa accada. E non è detto che questo sia un male, e non è detto – conclude – che questo sia bene».

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L'autore di questo articolo

Daniele Frisco

È il flâneur numero uno, ideatore e cofondatore del giornale. Seduto ai tavolini di un qualche bar parigino, lo immaginiamo immerso nei suoi amati libri, che colleziona senza sosta e che non sa più dove mettere. Appassionato di Storia e, in particolare, di Storia culturale, è un inarrestabile studente (!): tutto è per lui materia da conoscere e approfondire. Laurea? Quale se non Storia del mondo contemporaneo?! Tesi? Un malloppo sul multiculturalismo di Sarajevo nella letteratura, che gli è valso la lode. Travolto da un vortice di lavori – giornalista, insegnante di Storia, consulente storico e istruttore del Basket Lecco – tra una corsa di qua e una di là ama perdersi nel folk-rock americano, nei film di Martin Scorsese e di Woody Allen, nella letteratura mitteleuropea e, da perfetto flâneur, nelle strade della cara e vecchia Europa. Per contattarlo: daniele.frisco@ilflaneur.com