Da Moni Ovadia in “Oylem Goylem” a Roberto Anglisani nel “Giobbe” di Roth. Gli appuntamenti della “Prosa Arancio” del Comune di Lecco

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LECCO – Un doppio tuffo nella cultura ebraico-orientale, con in scena uno spettacolo cult come Oylem Goylem di e con Moni Ovadia e il ritorno a Lecco del bellissimo Giobbe di Joseph Roth con Roberto Anglisani. E poi, in una rassegna che conta quattro appuntamenti, il Sogno shakespeariano e un nuovo metateatro firmato da Stivalaccio. Si apre martedì 25 ottobre 2022 e prosegue sino al 15 marzo 2023 la rassegna “Prosa Arancio” della stagione teatrale del Comune di Lecco. Quattro appuntamenti a cui si aggiungeranno quelli di “Prosa Blu” (di cui vi parleremo a breve), tutti in programma sul palco del Cineteatro Palladium di Lecco. Una stagione di prosa che, nel complesso, sembra voler rialzare il livello, proponendo spettacoli come, accanto ai già citati Oylem Goylem e Giobbe di Prosa Arancio, anche La corsa dietro il vento di e con Gioele Dix e due pièce dirette dalla brava Serena Sinigaglia, ossia Le nostre anime di notte con Lella Costa ed Elia Schilton e Supplici, tratto da Euripide.

Partendo dal poker di appuntamenti di “Prosa Arancio”, apertura dell’intera stagione teatrale affidata, martedì 25 ottobre alle 21, a una produzione LAC Lugano Arte e Cultura (coproduzione CTB-centro teatrale bresciano e Centro d’arte contemporanea Teatro Carcano): si tratta di un classico del teatro come Sogno di una notte di mezza estate, qui diretto da Andrea Chiodi. In scena, come prevede la celebre commedia shakespeariana, un nutrito gruppo di attori, in un continuo intrecciarsi di verità e finzione, favola e rito, fate e mistero, amore e morte . «Realtà e fantasia, Atene e la foresta incantata, Teseo e Oberon. Nell’opera – sottolinea, infatti, il regista – tutto ci racconta di razionalità e magia, di pensiero e rituale, sempre su un doppio binario e soprattutto sempre attraverso il mezzo del gioco quasi infantile, delle paure dei bambini e della capacità di giocare a essere altro da sé».

Grande ritorno a Lecco, poi, per Moni Ovadia, che mercoledì 23 novembre porta in scena il suo celebre Oylem Goylem (Corvino Produzioni, Centro Teatrale Bresciano), suggestivo canto della cultura Yiddish (qui una nostra intervista sul tema). Uno spettacolo ormai quasi storico per l’attore, cantante e scrittore italiano nato a Plovdiv, in Bulgaria: tra lingua e musica, un viaggio nel mondo di chi,  senza patria, erra per il mondo. Canti, musica, storielle, aneddoti: una carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti e citazioni colte, il tutto arricchito dalla presenza dei musicisti Maurizio Dehò (violino), Giovanna Famulari (violoncello), Paolo Rocca (clarinetto), Albert Mihai (fisarmonica) e Marian Serban (cymbalon).

Si resta nelle atmosfere dell’ebraismo dell’est Europa per lo spettacolo successivo: un ritorno in città anche per il Giobbe con Roberto Anglisani (C.S.S. Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia), adattamento firmato da Francesco Niccolini di quello che, forse, è il romanzo più intenso di Joseph Roth. Uno spettacolo (qui la nostra recensione) in cui l’attore, solo sul palco, dà voce ai pensieri dei protagonisti del testo rothiano, alle loro paure, alle speranze e alla disperazione, alle preghiere e alle rivolte. A fare da sfondo alle vicende è la Russia di più di un secolo fa: in un villaggio al confine con la Polonia così piccolo da non essere riportato sulle mappe, Mendel Singer, il protagonista, è un uomo dedito all’insegnamento della Bibbia ai bambini, esattamente come suo padre prima di lui. Lo seguiamo, parola dopo parola, lungo un arco di tempo di trent’anni: scorre la vita della famiglia di Singer, di sua moglie Deborah e dei suoi quattro figli, ma anche la storia del primo Novecento, dalla guerra russo-giapponese alla prima guerra mondiale e oltre.

A chiudere la rassegna “Arancio” è, mercoledì 15 marzo, il ritorno di una compagnia che il pubblico della stagione di Lecco conosce bene: ancora una volta in scena, infatti, StivalaccioTeatro, questa volta alle prese con Arlecchino muto per spavento, regia sempre di Marco Zoppello. Omaggio, com’è nello stile della compagnia, alla commedia dell’arte, lo spettacolo è come sempre un play within the play e porta nella Parigi di inizio Settecento, dove la compagnia dei Comici Italiani si trova a portare in scena un suo spettacolo con protagonista Arlecchino. Peccato che l’attore  non conosca neppure una parola di francese, occasione per trasformare il canovaccio e rendere improvvisamente muto, e per spavento, il celebre servo bergamasco.

INFORMAZIONI – Biglietti acquistabili dal 25 ottobre: Posto Unico € 20,00 (ridotto – fino ai 30 e dai 65 anni – € 15,00). Abbonamenti: Posto Unico € 70,00 (ridotto € 50,00). Qui maggiori informazioni. La rassegna “Prosa Blu” partirà il 29 novembre, a breve un articolo dettagliato.

Foto di apertura @ Maurizio Buscarino

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L'autore di questo articolo

Valentina Sala

È la “flâneuse” che non smette mai di flaneggiare (?): in continuo vagabondaggio tra luoghi (certo) e soprattutto nuovi progetti da realizzare, dirige il giornale in modo non proprio autoritario (!). Ideatrice e cofondatrice de Il Flâneur, non si accontenta di un solo lavoro. Giornalista, ufficio stampa culturale, insegnante di Comunicazione, indossa l’uno o l’altro cappello a seconda delle situazioni. Laureata in Editoria con il massimo dei voti, ama approfondire il rapporto tra città e letterati (sua, infatti, la tesi sulla Parigi di Émile Zola e la Vienna di Joseph Roth), i romanzi che raccontano un’epoca, i film di François Truffaut, le grandi città e, naturalmente, il viaggio flaneggiante, specie se a zonzo per le strade d’Europa. Per contattarla: valentina.sala@ilflaneur.com