ARCHIVIO – “L’inferno e la fanciulla”: giovedì uno spettacolo sul rapporto con il Male

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OLGIATE MOLGORA – «L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio». Sono le parole che scorrono sulle pagine di Le città invisibili di Italo Calvino: parole che fanno riflettere su come l’inferno non sia tanto un luogo che ci attende dopo la morte, bensì qualcosa che può segnare il nostro vivere quotidiano. Da questa interpretazione nasce uno spettacolo che intende indagare il rapporto di tutti noi con il Male, con la violenza, con i fallimenti. Un rapporto che, talvolta, potrebbe segnare il nostro modo di vivere, generare un inferno in noi.

inferno e la fanciulla1Andrà in scena giovedì 26 giugno alle 21, presso la Casa Gola di Olgiate Molgora, L’inferno e la fanciulla: uno spettacolo ideato e interpretato da Serena Balivo e prodotto dalla Piccola Compagnia Dammacco di Modena. Ennesimo appuntamento con il festival di teatro, musica e danza Il Giardino delle Esperidi, L’inferno e la fanciulla porta sul palco una donna, imprigionata nel corpo e nei comportamenti di una bambina. L’attrice, sola per meglio evocare la condizione di abbandono della fanciulla, riproporrà, quindi, una lotta simbolica contro l’uomo nero, contro il buio, contro il male. Contro, più semplicemente, un inferno quotidiano fatto di infantili rivendicazioni, violenze, fallimenti d’amore.

Uno spettacolo che proverà a raccontare, quindi, le difficoltà e i dolori del processo di maturazione e accettazione di se stessi, degli altri, della realtà, mostrando cosa può succedere se si perde la lucidità di distinguere ciò che è inferno da ciò che non lo è. «C’è, forse, nella vita di tutti noi, un momento in cui pensiamo all’inferno – spiegano, infatti, i promotori del festival – un momento in cui sentiamo di essere all’inferno, e non l’inferno delle anime dannate, quello che alcuni di noi pensano ci attenda dopo la morte, bensì l’inferno del nostro vivere quotidiano, l’inferno di cui siamo parte ogni giorno, l’inferno dell’infelicità, l’inferno della solitudine, degli amori impossibili, della rabbia, della paura, della rassegnazione, delle aspettative deluse. Si tratta dell’inferno dove bruciamo mentre tutto va bene, l’inferno che ci portiamo dentro mentre sorridiamo e ragioniamo su come raggiungere il paradiso, anche in questo caso, un paradiso sulla terra». Una riflessione, quella che intende proporre la compagnia di Modena, che sarà condotta attraverso un linguaggio insieme poetico, allegorico, umoristico, a tratti persino grottesco.

RICONOSCIMENTI – Lo spettacolo è stato proclamato vincitore del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro (sezione monologhi) di Udine (edizione 2011), in quanto «intelligente monologo che riesce a visualizzare con leggerezza tragicomica una dinamica interiore di inquieta solitudine e di interrogazione metafisica, che trova i suoi canali espressivi anche nel commento musicale scheggiato, nell’uso in disequilibrio del corpo e nella metamorfosi del costume di scena».

A SEGUIRE – Al termine de L’inferno e la fanciulla è in programma un altro spettacolo, sempre all’interno di Casa Gola. Si tratta di Cupido es una broma, fissato per le 22.30. Qui tutte le informazioni.

Biglietti: intero 10 euro, ridotto 8 euro. Per i gruppi di almeno sei persone 8 euro, mentre per i residenti nel comune ospitante si applica un prezzo cortesia di 3 euro (su prenotazione). Per info e prenotazioni: www.scarlattineteatro.it, info@scarlattineteatro.it

 

 

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L'autore di questo articolo

Valentina Sala

È la “flâneuse” che non smette mai di flaneggiare (?): in continuo vagabondaggio tra luoghi (certo) e soprattutto nuovi progetti da realizzare, dirige il giornale in modo non proprio autoritario (!). Ideatrice e cofondatrice de Il Flâneur, non si accontenta di un solo lavoro. Giornalista, ufficio stampa culturale, insegnante di Comunicazione, indossa l’uno o l’altro cappello a seconda delle situazioni. Laureata in Editoria con il massimo dei voti, ama approfondire il rapporto tra città e letterati (sua, infatti, la tesi sulla Parigi di Émile Zola e la Vienna di Joseph Roth), i romanzi che raccontano un’epoca, i film di François Truffaut, le grandi città e, naturalmente, il viaggio flaneggiante, specie se a zonzo per le strade d’Europa. Per contattarla: valentina.sala@ilflaneur.com