ARCHIVIO – Moni Ovadia a Lecco. Al Teatro della Società un “incontro” con padre Turoldo

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LECCO – Affinità elettive, verrebbe da dire, tra due uomini che nella diversità ritrovano le tracce dell’essere umani, che attraverso l’arte della parola tramandano orrori del passato e ricercano speranza, che nel dialogo, nel confronto, scorgono il senso di una vita piena. È così che immaginiamo l’appuntamento in programma per venerdì 30 settembre alle 21, presso il Teatro della Società: un incontro, uno scambio tra Moni Ovadia e Padre David Maria Turoldo.

In occasione del centenario della nascita di uno dei più rivoluzionari e anticonformisti uomini di Chiesa del Novecento, l’attore che più d’ogni altro è cantore del mondo ebraico orientale e che da sempre porta al centro dei suoi spettacoli la diversità come ricchezza, il tema dell’identità e dell’integrazione, le tragedie della Storia, fa i conti, qui, con un altro uomo di cultura, attento osservatore del mondo, pensatore troppo di ampie vedute per una Chiesa, quella del suo tempo, ancora molto conservatrice. Ovadia, abile oratore, parte proprio dalle parole del religioso, prende spunto, in questa occasione, da un testo del 1965, da quella Salmodia della speranza con cui Padre Turoldo ripercorre la tragedia del secondo conflitto mondiale attraverso un sofferto percorso, che dalle lotte e dagli odi giunge infine al perdono e alla speranza per l’avvenire.

turoldo«Tutta l’Europa piange e non è consolata, piange sulle figlie violentate e uccise. Oslo è caduta, Olanda è caduta, Belgio è caduta, Parigi è caduta, è caduta Belgrado, Atene è caduta, Varsavia è uccisa, la radio di Breslavia trasmette Lilì Marlene, a Praga sono alzate le forche, e Kiev e Smolensk e Karkow sono cadute, Mosca è un mare di fango, e Budapest è ancora sgozzata come un agnello». Padre Turoldo tratteggia un mondo lacerato e distrutto, Ovadia gli fa eco, ne coglie gli spunti di riflessione, risponde e ripercorre sul palcoscenico le tappe dell’itinerario spirituale, culturale e civile del prete poeta.

«Per Moni Ovadia, per la sua storia, per le culture di cui è portatore – si legge nella presentazione dell’evento – il paradigma è che la diversità è la base su cui si costruisce la vera uguaglianza. Diversità intesa come capacità di riconoscere l’altro che è in noi e riconoscere il noi che è nell’altro». Un incontro quasi inevitabile, quello con Turoldo, per Moni Ovadia, nato a Plovdiv nel 1946 da una famiglia ebraico-sefardita e creatore, come si sa, di un riuscitissimo teatro musicale ispirato al “vagabondaggio culturale e reale” del popolo ebraico.

INFORMAZIONI – La serata è a ingresso libero sino a esaurimento posti. Per conoscere gli appuntamenti in programma in occasione del centenario della nascita di Padre David Maria Turoldo cliccare qui.

Qui una nostra intervista a Moni Ovadia.

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